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CGG: ripreso il confronto sulla “Legge Sviluppo”. Le Opposizioni respingono le accuse di ostruzionismo

Iniziato l'esame dell'articolato; subito duri attacchi delle Forze di Minoranza per un emendamento proposto dal Governo

14 feb 2025

Il vaglio definitivo del PdL è forse il passaggio chiave di questa lunga Sessione. Seppure le Opposizioni contestino la stessa denominazione informale della Legge. Più che di Sviluppo si tratta di interventi spot, scoordinati, è stato detto. Rispetto alle ipotesi iniziali la portata del progetto parrebbe essersi effettivamente ridimensionata. Non risolve tutti i problemi, ha riconosciuto il Segretario Ciacci. Il collega alle Finanze Gatti - pur rivendicando la scelta di scorporare il Bilancio tecnico –, ha del resto sollecitato l'Aula a superare il concetto di “legge omnibus”, guardando invece a PdL “specialistici”. Come quelli su casa e cittadinanza, che saranno discussi preliminarmente proprio in questo Consiglio.

Ma per le forze di Minoranza in questo modo è come se fossero state cambiate le carte in tavola. Nella loro relazione si era parlato anche di uno “scollamento” tra Maggioranza e Governo. Nessuna traccia evidente di ciò, però – fino ad ora -, nel dibattito odierno. Tutto sommato pacato nei toni; evidenti, però, le distanze tra i due fronti. Respinte seccamente dalle Opposizioni le accuse di ostruzionismo mosse dall'esponente DC Marino Albani. La relatrice di Maggioranza Sandra Stacchini, PDCS, ha parlato in realtà di un clima collaborativo in Commissione. Ha puntualizzato poi come il PdL in oggetto non sia del tutto una “legge Sviluppo”; ma vi siano una serie di provvedimenti di rilievo.

Ne ha elencati alcuni: da quelli sull'inclusione al sostegno alle PMI. “Siamo soddisfatti del lavoro, che tuttavia rappresenta solo una minima parte dei tanti cantieri” aperti. Ha inoltre auspicato un dialogo proficuo con le Opposizioni. Giovanni Francesco Ugolini ha volto lo sguardo alle sfide che attendono il Paese: dal settore turistico a quello finanziario; ponendo l'accento sull'importanza dell'Accordo con l'UE. Se è legge omnibus la dovevamo chiamare legge omnibus, ha detto Matteo Casali, RF. A suo avviso la voce delle Opposizioni è stata relegata in Commissione, senza che i cittadini potessero aver contezza delle proposte.

Il PdL doveva tracciare lo sviluppo sistemico del Paese nel triennio; l'obiettivo – ha detto Mirko Dolcini, DML - non è stato raggiunto. E' tornato poi sul problema denatalità, definendolo dirompente; a suo avviso, seguendo l'attuale trend, si arriverebbe a “nascite zero” in 4 anni. Gli interventi suggeriti su questo tema andavano “subito raccolti”, ha tuonato. E invece le proposte “sono state tutte bocciate”. L'OdG approvato in Commissione prevede una relazione entro marzo; ma è già troppo tardi. Occorre comprendere la gravità del problema – ha avvertito -, altrimenti non vi sarà la possibilità di sostenere il Paese.

La Commissione solo in gettoni è costata oltre 37.000 euro – ha osservato dal canto suo Michela Pelliccioni -; e ciò per portare in Aula una Legge Sviluppo che di sviluppo “non ha assolutamente nulla”. Scellerata, a suo avviso, la scelta metodologica. La Consigliera Indipendente Giovanna Cecchetti ha parlato di un clima di responsabilità e dialogo tra Maggioranza e Opposizione. Ha dichiarato inoltre come avrebbe preferito che il testo arrivasse in Aula insieme alla Finanziaria “secca”. Urgenti e necessari, comunque – a suo avviso -, i provvedimenti contenuti nel PdL in oggetto. Ha precisato inoltre di non condividere le accuse di ostruzionismo alle Opposizioni.

Sul tema è tornato anche Andrea Menicucci, RF; che ha ricordato peraltro come in Commissione fossero stati accolti solo 2-3 emendamenti proposti dalle forze di Minoranza. Francesco Mussoni ha osservato come il dibattito si stia focalizzando più che altro sulla denominazione della legge; rilevando però come i vari provvedimenti si inseriscano in un quadro di normativa omnibus. L'iter legislativo è stato “di una trasparenza unica”. E ha parlato di provvedimenti utili in vari ambiti: da quello previdenziale all'efficienza fiscale. Ma soprattutto ha guardato ai prossimi cantieri da aprire: pianificazione del territorio, riforma igr, efficientamento della PA.

Una “legge di non sviluppo”, ha detto Matteo Zeppa, RETE. A suo avviso poteva starci lo spacchettamento della Finanziaria tecnica; sbagliato però l'approccio all'attuale PdL. Respinte al mittente, poi, le accuse di ostruzionismo: potremmo farlo anche oggi, ha detto, “intervenendo in sedici per ogni articolo”. “Mettetevi nell'ottica di organizzarvi un po' meglio”, ha concluso, rivolgendosi alla Maggioranza. Fabio Righi, DML, si è detto “sbalordito” di fronte all'attuale dibattito: definito “ancor più vuoto del testo di legge”. Nel provvedimento – ha detto - sono previsti incentivi, sgravi fiscali, marciapiedi, staccionate; ma non si capisce qual è la “visione”. Interventi spot; aggiustamenti un po qua un po' là perché richiesti da qualcuno: questa la disamina di Katia Savoretti, RF. Ritengo sia stato fatto un lavoro proficuo, ha ribattuto Luca Boschi, Libera. Quanto alla bocciatura degli emendamenti, il problema delle Opposizioni – ha aggiunto – è che non ci ascoltano. Ha ricordato infatti come “da mesi” fosse stata annunciata la volontà di lavorare a PdL ad hoc su singoli dossier. Sguardo allora alle prossime sfide, a provvedimenti politicamente di peso, come la riforma dell'IGR propedeutica alla riforma del sistema IVA. Massimo Andrea Ugolini, PDCS, ha invitato le Opposizioni a non banalizzare l'iter che ha portato all'attuale confronto.

 In fase di replica Fabio Righi ha dato lettura ad un ordine del giorno – firmato anche da RF e RETE - per lo sviluppo del Paese. Nel testo si definisce l'attuale PdL una “legge contenitore” priva di visione e si chiede dunque al Congresso di istituire quanto prima un tavolo di lavoro con tutte le Segreterie, e rappresentanti di Maggioranza ed Opposizione, con l'obiettivo di sviluppare un piano economico pluriennale. Da sottoporre poi ad un confronto con le varie realtà economiche del Paese, prima di un passaggio in Consiglio. Tutto ciò con la previsione di adeguate risorse economiche a sostegno degli interventi.

Terminato il dibattito si è passati all'esame del testo. 30 pagine, una cinquantina di articoli; apparentemente una montagna da scalare. Primo articolo relativo alle deleghe al Congresso; con l'inserimento anche di un emendamento sollecitato dall'Esecutivo e portato in discussione con 39 firme di Consiglieri di Maggioranza. Il tema è quello del sostegno alle attività economiche e i controlli per il contrasto dei fenomeni distorsivi. Confini considerati evanescenti dalle Opposizioni; le deleghe sono peggio di quelle che avevate tolto, è stato detto. “Il Governo ha carta bianca per fare tutto quel che vuole”.

Stigmatizzato anche il mancato confronto preventivo sull'emendamento. Il contenuto era stato sollecitato dalla stessa Commissione antimafia, si è osservato dai banchi della Maggioranza. Accesa la discussione sulla stessa formulazione della proposta; e l'eliminazione di una parola (“anche”), definita un refuso, non ha spento la polemica. Esponenti di Minoranza hanno infatti chiesto se i firmatari avessero letto il testo originario dell'emendamento. Approvato infine con 30 voti favorevoli e 13 contrari. Stessi numeri per l'articolo emendato.






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