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CGG: via libera definitivo, a maggioranza, al pdl di riforma del processo penale

25 feb 2022
CGG: via libera definitivo, a maggioranza, al pdl di riforma del processo penale

Dopo un dibattito lunghissimo, a tratti aspro, l'Aula sembra avere questa mattina ritrovato la concordia su un tema oggetto di dure polemiche nei giorni scorsi. Perché al netto del giudizio complessivamente positivo sul pdl – che mira ad incrementare garanzie ed efficienza della procedura penale -, le Opposizioni avevano ritenuto vi fosse un grave vulnus, nell'introduzione a San Marino del terzo grado di giudizio. Innovazione apprezzabile in linea di principio; ma con modalità e tempistiche tali – è stato detto – da ingenerare il sospetto di possibili effetti, come la prescrizione, su processi quali il “Mazzini”. Lettura criticata in modo fermo dalla Maggioranza e dal Segretario Ugolini, che hanno più volte contestato l'opportunità di richiamare in sede consiliare casi specifici, anche per evitare indebite ingerenze sui magistrati. Lo schema sembrava insomma quello già visto, sul dossier Giustizia, del muro contro muro. La svolta è arrivata quando Andrea Zafferani ha invitato l'Aula – per fugare ogni dubbio - a condividere un emendamento di RF, che prevede la sospensione, della prescrizione, dal deposito della sentenza di appello e fino al termine del giudizio di terza istanza. Sulla stessa linea Libera, che aveva già suggerito una simile soluzione. Meno scontata, invece, l'apertura da parte di alcuni esponenti di Maggioranza come Zonzini e Giovagnoli. Così anche Maria Luisa Berti, che ha ricordato, al contempo, la necessità di tutelare il principio della speditezza dei procedimenti; da qui l'opportunità, a suo avviso, di inserire un termine per la terza istanza. A stretto giro l'ok di DML; e infine lo stesso Segretario Ugolini ha mostrato disponibilità a recepire questi input. Clima insomma completamente diverso, rispetto alla seduta notturna. I lavori sono stati quindi sospesi, per permettere un confronto fra le parti.

Seduta ripresa nel pomeriggio, con l'esame dell'articolato; a partire dal primo articolo, molto corposo, e dedicato alle misure cautelari, che trovano nel PdL una puntuale regolamentazione: dalla durata massima alle possibilità di ricorso; e questo per prevenire possibili abusi. In particolare si definiscono con esattezza i motivi che possano giustificare il fermo giudiziario, limitando la discrezionalità dell'inquirente. Si è poi proseguito a grande velocità con l'approvazione degli articoli seguenti; fino all'articolo 8 modificato da un emendamento – come si diceva – frutto di una mediazione. E' stato trovato un accordo da parte di tutta la Maggioranza – ha specificato Gaetano Tronia, DML – e sottoscritto anche da vari esponenti dell'Opposizione. Si prevede in sostanza la sospensione della prescrizione del reato fino alla pronuncia del giudice terza istanza, e l'introduzione di un termine di 30 giorni entro il quale si deve svolgere la relativa udienza di discussione. Tempi precisi, cristallizzati, ha detto. Era l'articolo più discusso, che ha trovato una piccola sistemazione, ha sottolineato Giuseppe Morganti, Libera. L'emendamento migliora in parte la formulazione – ha riconosciuto -, ma alcune problematiche rimangono insolute: a suo avviso, infatti, vi sarebbe una possibilità residua di incorrere nel rischio della prescrizione in caso di annullamento della sentenza impugnata e rinvio al Giudice d'Appello. Non posso che ringraziare i colleghi sia di Maggioranza che di Opposizione – ha dichiarato Alberto Giordano Spagni Reffi, RETE – che ha parlato di un dialogo onesto e trasparente, e di modifiche “decisamente migliorative”. “Era necessario eliminare ogni sospetto”, ha dichiarato Pasquale Valentini, PDCS. “Non è una modifica che abbiamo subito, ma che abbiamo anche voluto per chiarire le cose”. “Soluzione migliorativa”, ha riconosciuto Vladimiro Selva, Libera, che teme tuttavia criticità su casi pendenti in vicinanza dei termini di prescrizione. “Il problema purtroppo rimane”. Apprezzamento è stato espresso invece da Denise Bronzetti, Gruppo Misto; che ha ricordato come l'emendamento colga osservazioni da lei già poste all'attenzione dell'Aula, insieme al collega Rossano Fabbri. Ringraziati anche “i 2 colleghi di Opposizione” che hanno sottoscritto l'emendamento. A suo avviso si è aggiunto qualcosa di positivo, che tutela ulteriormente le persone, chiarendo il quadro della procedura di terza istanza. Mirko Dolcini, DML, ha parlato di “retropensieri”, da parte dell'Opposizioni. “Più di così non si poteva fare”; si è voluta “disinnescare una problematica politica”. Guerrino Zanotti ha parlato di una frettolosità nella stesura. I processi vanno in prescrizione per la terza istanza – ha rimarcato Giovanni Zonzini, RETE - perché il nostro Tribunale lavora a volte con una “lentezza estenuante”. Il vero tema di questo articolo non è la prescrizione, ma la terza istanza, ha chiarito Gian Nicola Berti, NPR; che ha invitato a considerare le norme nella loro astrattezza, e “non ad personam”. Matteo Ciacci, Libera, ha parlato di un miglioramento; puntualizzando di aver firmato l'emendamento. Ma ha ribadito come la legge comunque incida sui “processi contingenti”, offrendo una “seconda chance”. L'articolo 8 è scritto male, vi sono diverse lacune, ha dichiarato Maria Katia Savoretti; viene il dubbio che questo testo sia stato fatto in fretta: questo modus operandi lascia tanti dubbi. RF – ha detto - avrebbe preferito soprassedere e scrivere un testo di legge fatto meglio. Sono sottoscrittore di questo emendamento, ha dichiarato Iro Belluzzi, indipendente di Libera. Un passaggio estremamente importante – ha aggiunto - quello del III grado; scetticismo sull'ipotesi di un incremento dei tempi di prescrizione. “Al di là delle preoccupazioni, giuste, che ci possono essere”, è importante essere arrivati ad una norma – ha concluso - che ha incontrato ampia condivisione in Aula. Ribadita l'importanza della speditezza della Giustizia. L'emendamento, firmato da 42 consiglieri, è stato approvato all'unanimità. A larghissima maggioranza, invece, il via libera all'articolo 8. Quindi un rapidissimo esame e votazione degli altri articoli. Infine le dichiarazioni di voto. Non tutto quello che abbiamo detto è stato recepito nei termini che auspicavamo, ha detto Giuseppe Morganti, Libera. Rammarico per un approfondimento a suo avviso non sufficiente. Il dibattito consiliare questa volta è comunque servito, ha tuttavia riconosciuto. L'auspicio è che tutto ciò “diventi una prassi”. “Non possiamo votare favorevolmente al pdl, ma manterremo la posizione di astensione” come messaggio propositivo, ha concluso. Pasquale Valentini, parlando a nome del PDCS, ha confermato il sostegno al progetto di legge. Sapevamo che il tema della Giustizia era uno di quelli sui quali era necessario intervenire; sono state introdotte maggiori garanzie, “anche io giudico positivamente la seduta consiliare”. Soddisfatto Alberto Giordano Spagni Reffi, RETE. Siamo partiti anche in questo dibattito con toni accesi, e tramite il dialogo costruttivo siamo riusciti a migliorare il progetto di legge e trovare un clima più sereno. L'auspicio è che tale metodo caratterizzi anche la trattazione delle prossime riforme. Si tratta di un provvedimento che gli operatori si aspettavano da molto tempo, ha dichiarato – per DML - Gaetano Troina. Gian Nicola Berti, NPR, ha ringraziato il Segretario Ugolini “per il lavoro che ha portato avanti in questi 2 anni di Governo”. “Non credo ci possa essere effettiva libertà senza Giustizia”. Grazia Zafferani ha espresso parere favorevole, a nome del Gruppo Misto di maggioranza. Il pacchetto normativo sulla Giustizia, ha sottolineato, ha determinato una serie di soluzioni per colmare le criticità più evidenti. Soluzioni migliorative ci sono ma riteniamo ci sia ancora tanto da fare e diversi aspetti da approfondire, ha dichiarato Maria Katia Savoretti, RF. Da qui la scelta dell'astensione. A questo punto la votazione definitiva della legge; approvata a maggioranza.





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