Commissione Antimafia. Pubblici dipendenti sono accusati di corruzione

Commissione Antimafia. Pubblici dipendenti sono accusati di corruzione.
Ditta piccola? 500 euro. Più grande, fino a 1.200. Un vero e proprio tariffario, riportato nero su bianco nella relazione della commissione antimafia, quello utilizzato da pubblici funzionari che avrebbero preso mazzette per eludere i controlli nei cantieri edili. Alcuni imprenditori che volevano essere certi di non avere problemi sui luoghi di lavoro o, nel migliore dei casi, di ricevere visite di cortesia o pilotate, semplicemente pagavano pubblici funzionari compiacenti. Per la commissione, si tratta di una pratica corruttiva ampiamente conosciuta e non denunciata, non solo messa in atto dai cantieri di Fincapital, ma anche da altri. Per quanto riguarda la finanziaria, spicca la figura dell’avvocato Maurizio Proietti, che avrebbe partecipato a questo sistema di pagamenti coinvolgendo dipendenti pubblici. Testi considerati attendibili hanno riferito quanto si pagava per evitare i controlli: bustarelle mensili da 500-800 euro e poi, a seconda della dimensione della ditta, si arrivava anche oltre i mille euro. Secondo un teste le ricevevano due persone, i cui nomi sono stati omessi nella relazione, dipendenti preposti ai controlli per la sicurezza nei cantieri. La prima, indignata reazione è arrivata dal sindacato: la CSdL chiede a magistratura e Pa di fare piena luce sulle accuse: “L’edilizia è il settore più delicato e pericoloso in termini di sicurezza sul lavoro – scrive – se la ricostruzione fosse confermata, sarebbe gravissima”. La stessa commissione ritiene che non sia più rimandabile l’adozione e l’applicazione di regole specifiche contro la corruzione.

Francesca Biliotti

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