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La Commissione della discordia

22 gen 2014
La Commissione della discordia
La Commissione della discordia
Dopo aver respinto con 40 voti contrari e 7 a favore le dimissioni di Mirko Tomassoni, a cui tutta l'Aula ha riconosciuto un forte impegno, spesso inascoltato, a favore della disabilità, i toni si scaldano con la nomina delle Commissione permanente per il monitoraggio della fiscalità. Le forze di minoranza avevano anticipato l'indisponibilità nel nominare un loro rappresentante in una Commissione nata – ricorda il capogruppo dell'Upr - dall'accordo tra governo, sindacati e Anis e sbandierata come la grande novità partorita da questo claudicante tavolo. Mi fanno sorridere, commenta Giovanni Lonfernini, le posizioni emerse da parte di due attori che con il governo hanno condotto la trattativa su riforma tributaria, in particolare la Csu. E mi fa sorridere l'Anis, prosegue, che dopo aver convocato sistematicamente maggioranza e opposizione al proprio tavolo e aver detto di sostenere la riforma tributaria, oggi afferma che siamo nel Medioevo, però nomina un proprio rappresentante per dare voce a una parte ormai minoritaria delle imprese. Per il coordinatore di Ap quello che si registra in Aula è un atteggiamento coerente con la posizione tenuta sulla riforma fiscale da una certa data in poi da parte dell'opposizione, quando cioè ha visto sfumare la possibilità di una spallata al governo. Questa pantomima, afferma Nicola Renzi, è già stata messa in atto sul tavolo di sviluppo. Ma, aggiunge, prendetevela con la maggioranza e non cercate di delegittimare il ruolo di rappresentanza non solo del sindacato ma di tutte le organizzazioni di categoria. Nel mirino della minoranza anche la possibilità di un rinvio del decreto sulla Smac Card. Spero non sia vero, commenta Andrea Zafferani di Civico 10. Questo atteggiamento non è degno di un governo serio.

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