Passa in Commissione Finanze il progetto di legge sulla rappresentatività

Dopo due giorni di lavori la Commissione Finanze licenzia il Progetto di legge sulla rappresentatività con 9 voti a favore e 3 contrari. Esaminati uno ad uno gli articoli del provvedimento: accolti alcuni emendamenti di Civico 10 ma a dominare il confronto sono stati in particolare l'articolo 24 sulla determinazione delle organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali maggiormente rappresentative e preposte alla contrattazione collettiva e l'articolo 25 sull'efficacia erga omnes dei contratti. Su quest'ultimo respinti gli emendamenti di una opposizione compatta, con un'unica voce fuori dal coro: Tony Margiotta di Su, favorevole all'articolo proposto dal governo. In pratica, l'efficacia erga omnes dei contratti passa dallo stabilire la sottoscrizione del contratto da parte dell'organizzazione o coalizione sindacale maggiormente rappresentativa, “alla quale risultino iscritti il 50% piu? uno di lavoratori occupati nel proprio settore di riferimento e da un'associazione o coalizione di categoria che rappresenti i datori di lavoro iscritti, che occupino complessivamente il 50% piu? uno dei dipendenti operanti nel settore di contrattazione”. Infine la discussione sull'Allegato A, volto a introdurre regole di ripartizione tra i sindacati della quota di servizio. Rete ha presentato un emendamento abrogativo dell'intero articolo: per Roberto Ciavatta “inaccettabile che la politica si inserisca a gamba tesa sulla strategia di attrazione dei lavoratori da parte dei sindacati”; mentre Andrea Zafferani, Civico 10, ha chiesto lumi “sul motivo filosofico” che avrebbe portato a questo metodo di calcolo. Dibattito rinviato in Consiglio dal segretario Belluzzi, “visto che – ha detto - molti emendamenti saranno ripresentabili”. Prima del voto finale sull'articolato, che sancirà il via libera della Commissione al progetto di legge, Ciavatta lancia però un'ultima provocazione: la presentazione a breve di un pdl mirato a non dare accesso alla quota di finanziamento dei partiti a quelle forze politiche – ha sottolineato - che non prevedono una quota di iscrizione per i loro aderenti, sull'onda di quanto sta avvenendo per i sindacati.

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