
“Il clarifying addendum ha forse allungato un po' i tempi di firma dell'accordo? Sì; eravamo più contenti se riuscivamo sei mesi fa a chiudere il tutto. Però ci ha portato alla fine a un risultato che credo sia comunque di beneficio per San Marino”. Così il Segretario agli Esteri. Passaggio annunciato, quello odierno; dopo il confronto di metà giugno in seduta segreta in Commissione Esteri.
Davanti a politica, sindacati e associazioni di categoria, Beccari è di nuovo partito da questo ulteriore elemento dell'Accordo di Associazione, illustrandone apertis verbis il perimetro. “E' di fatto un chiarimento – spiega - sul fatto che nelle procedure di valutazione di San Marino per ciò che concerne l'accesso ai servizi finanziari si terrà conto, quindi verranno valutate, le intese che ci saranno tra San Marino e Italia nell'ambito del rafforzamento della cooperazione di vigilanza bancaria e finanziaria; cioè le intese tra San Marino e Italia diventano centrali nella fase di implementazione dell'Accordo”. Elemento “qualificante”, ha rimarcato; perché a suo avviso con l'addendum si andrà a strutturare su questo dossier una partnership imprescindibile con Roma. “Dai momenti tragici di vent'anni fa che hanno segnato un po' la crisi nei rapporti fra San Marino e Italia, soprattutto sul lato finanza, è la prima volta che si ritorna a dialogare sulla base di accordi; non solo sulla base della buona volontà delle parti”.
Un plus l'informalità del confronto; che è un po' la cifra della Commissione mista. Da qui la possibilità di spaziare – anche su input dei rappresentanti del tessuto socio-economico del Paese - su altri temi di forte interesse. Come l'allarme per l'impatto dei regolamenti UE sulle imprese. “Le normative europee dividono sempre di più fra transazioni fra Paesi membri e non – spiega Luca Beccari -. E noi, ahimè, siamo un Paese terzo. Quindi, se il nostro principale mercato di riferimento è l'Europa e vogliamo continuare a crescere, come del resto stiamo facendo, credo che sia importante riuscire anche a essere parte della famiglia europea nel mercato unico il prima possibile”.
E non è mancato, da parte di Beccari – sollecitato sul punto -, un nuovo chiarimento sulla vexata quaestio di un ipotetico referendum. Non mi spaventa - ha premesso -; “ho portato avanti iniziative politiche molto più complesse, molto più impattanti sull'opinione pubblica senza referendum”. Una volta firmato l'Accordo – ha aggiunto - “la politica farà le sue scelte sul percorso di ratifica da attuare”. “Non ci deve far paura niente, ma non dobbiamo neanche fare l'errore di presumere, di pensare, che l'interesse del Paese sia nel referendum. Il referendum è uno strumento. Se serve, si utilizza. Se non serve, non si utilizza”.
Nel servizio l'intervista al Segretario di Stato agli Affari Esteri Luca Beccari