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Conferenza stampa Pdd e Pss: 'Progetto per San Marino'

23 giu 2004
Conferenza stampa Pdd e Pss: 'Progetto per San Marino'
Un passaggio epocale: così Democratici e Socialisti definiscono il processo di aggregazione delle due forze della sinistra. Una unificazione verso la quale sono oramai lanciati e che la conferenza programmatica di fine settimana cementerà ulteriormente. Quello che si vuole definire, spiegano i vertici dei due partiti, è un nuovo soggetto politico, ispirato ai valori della sinistra ma aperto a tutti coloro che intendano riconoscersi nelle logiche riformiste. Tre i pilastri fondanti: il progetto San Marino, che la conferenza programmatica dovrà delineare; poi quello organizzativo, che fissi metodologie, codici deontologici e rapporti con l’elettorato; e infine il pilastro della strategia politica, che verrà successivamente affidato ad un congresso unitario. “L’auspicio – spiegano i segretari Morganti e Chiaruzzi - e che tutto possa avvenire in tempi non troppo lunghi ma sicuramente attraverso un profonda riflessione”. Insomma Democratici e Socialisti guardano oltre il governo straordinario e mettono cappello sul futuro senza nascondere la volontà di creare un nuovo soggetto politico per candidarsi a governare il paese una volta superata la fase di emergenza che ha dato vita alla attuale coalizione. “Saremo alternativi ai conservatori – spiega Morganti – ma questo non significa essere alternativi alla DC” che il segretario dei democratici definisce una forza di centro che guarda a sinistra. “Tutto dipenderà – spiega Morganti – dalla capacità di interpretare il cambiamento, dalle posizioni che ogni forza intenderà assumere”. E il pensiero va anche ad Alleanza Popolare, più volte corteggiata non solo dai democratici. “Il vero cambiamento – spiega il Segretario Socialista, Mauro Chiaruzzi – dovrà inevitabilmente passare attraverso le riforme e in particolare quella della legge elettorale, punto cardine per una trasformazione radicale della politica, delle logiche strategiche, delle relazioni tra i partiti, del rapporto con gli elettori. Questi 14 mesi di lavoro collegiale – aggiunge Chiaruzzi – hanno dimostrato che nella coalizione ci sono punti comuni che devono essere intensificati

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