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Confronto sul futuro di Città: focus su impoverimento culturale, carenza di servizi e timori che diventi una discoteca a cielo aperto

Insegnanti, genitori, residenti e commercianti del Centro Storico protagonisti della serata pubblica di RF. Torna nel mirino anche lo spostamento delle elementari

di Monica Fabbri
25 giu 2021

La Capitale di San Marino è una città dimenticata? Una domanda che nella serata organizzata da Repubblica Futura abbraccia molteplici aspetti: istruzione, culturaturismo, identità. La scelta di spostare la scuola di Città diventa quindi l'occasione per parlare di un centro storico che nel tempo si sta spogliando di servizi e persone. “E' una città che langue e dove la sera tutto si spegne” – dice Miriam Farinelli. E sull'accorpamento delle elementari a Murata, per il professor Renato Di Nubila “non si può sguarnire un contesto solo in nome di criteri funzionalisti”. Porta l'esempio di Trentino e Valle d'Aosta: “Davanti al calo demografico non hanno chiuso un plesso”. Fabrizio Perotto, da docente, non nasconde l'amarezza per il mancato coinvolgimento: “Avevano bisogno di dare uno spazio all'istituto musicale e hanno sventrato questa istituzione educativa, senza un progetto né un'idea di scuola. Siamo in balia degli eventi – attacca - non sappiamo ancora come riapriremo a settembre. Sappiamo solo che la prima non ci sarà”. A preoccuparlo, poi, l'aspetto legato alla continuità didattica, non garantita – dice – fino alla quinta.


Una “decisione assurda”, per Simona Casali, del gruppo "per la Sorgente", nato in difesa della scuola e sostenuto da un migliaio di firme. Pur abitando a Borgo ha scelto per suo figlio Città, per amore della Capitale. Parlano i residenti, “ non c'è più nulla di raggiungibile a piedi” lamenta Francesca Piergiovanni, che punta il dito contro un impoverimento culturale che rende il centro storico poco attrattivo sia per chi ci vive che per i visitatori. E in merito agli eventi notturni, il fatto “che non ci siano testimonianze di vita reale – afferma - crea la sensazione che sia terra di nessuno, dove tutto è permesso. E noi la mattina contiamo i danni”. C'è l'esasperazione dei commercianti. “Preoccupa la povertà di idee e progetti”, dice Pier Marino Marinelli mentre Augusto Casali guarda con preoccupazione ad "attività trasformate in discoteche a cielo aperto, con musica a tutto volume fino a notte inoltrata. Eravamo conosciuti per pulizia e sicurezza, se non le garantiamo – avverte - per forza diminuiscono turisti”. Invita a puntare a qualcosa di diverso dal caos della riviera. Tutto l'amore per Città nelle parole del presidente dell'associazione Porta del Paese Simona Capicchioni: “Sembra che luoghi e palazzi siano scatole vuote da riempire con qualsiasi cosa. Questa – dice - deve essere una nicchia di bellezza”.



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