Consiglio: l'Aula si divide sull'aborto

Cinque istanze contro una legge definita dai sottoscrittori odiosa e assurda. Il tema è delicatissimo e tocca la sfera sociale, etica, culturale, religiosa. Non è la prima volta che se ne parla, lo si è fatto anche in passato e già allora la politica si era divisa. Oggi si aggiunge l'alzata di scudi del mondo cattolico. L'esame delle istanze d'arengo sulla depenalizzazione e legalizzazione dell'aborto in casi limite, è l'ultimo atto del Consiglio e qualche malizioso vede in certi interventi scopi elettorali. Si chiede “un passo di civiltà”. “Chi però nega i diritti fa un passo indietro”, risponde Marco Gatti. La Dc scende quindi in campo ancora una volta “in difesa della vita dal suo concepimento” e giudica inadatto al dibattito lo strumento dell'Istanza. Anzi, Francesco Mussoni parla di uso esasperato e strumentale. Sulla stesa linea anche Nicola Selva. “Non basta per decidere sulla vita in tutte le sue fasi”. Parlano poi le consigliere e lo fanno con voci diverse. Antonella Mularoni chiede di salvaguardare il diritto della donna senza pregiudicare il diritto alla nascita. Mimma Zavoli ricorda però che in uno Stato laico e sovrano occorre legiferare con spirito di uguaglianza di tutti i suoi cittadini. Chiede un approccio laico anche Denise Bronzetti. Nel dibattito entra a più riprese la parola “ipocrisia”, perché si finge di non vedere chi va ad abortire oltre confine. Per Elena Tonnini “si delega ad altri ciò che non si vuole affrontare”. Sull'accoglimento dell'Istanza anche il Psd. Andrea Belluzzi chiede un percorso e strutture per dare piena attuazione ai quesiti. “Favorire politiche che aiutino le donne prima di arrivare a questa drammatica eventualità” è anche l'appello di Milena Gasperoni. Poi c'è chi, come Ivan Foschi, rimarca l'approccio in molti casi ideologico. “È un dialogo fra sordi”, dice, quasi rassegnato. “Una cosa è la libera scelta sempre da garantire, altro è impedire di scegliere con la propria coscienza”. Nel pomeriggio si voterà l'istanza, nell'attesa Tony Margiotta annuncia che Su presenterà un progetto di legge nella prossima legislatura per depenalizzare l'aborto.

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