Logo San Marino RTV

Consiglio: bagarre sui crediti Delta e dimissioni di Celli

23 ott 2018
CGG
CGG
L'Aula s'infiamma in un clima di forte tensione. Solo ieri la Reggenza richiamava ad una dialettica corretta e rispettosa, appello rilanciato dalla maggioranza anche oggi. Lorenzo Lonfernini entra nella questione dei crediti Delta: “non ci sono bandierine da piantare, qualsiasi sia la decisione avrà conseguenze e serve condivisione più ampia della sola maggioranza”. Alza i toni Matteo Zeppa: “nel 2013, ai tempi del Conto Mazzini, nessuno si scandalizzava per le pubblicazioni on line e l'Aula votò anche un ordine del giorno all'unanimità. In quella Maggioranza – ricorda - c'erano i due terzi di quella di oggi”. Poi sposta il tiro su una strategia che sarebbe stata tracciata contro Dim, Banca Centrale e magistratura.

Matteo Ciacci condivide le preoccupazioni della Reggenza e vuole mettere fine ad una guerra senza precedenti. Vede nell'apertura del Ccr all'opposizione un cambio di passo, ma dopo quell'incontro – precisa - “non possiamo più parlare di svendita”. Si appella all'opposizione responsabile e lancia la sfida: “ragioniamo insieme sugli aspetti politici su cui avviare una nuova stagione”. Anche Giancarlo Venturini si appella al buonsenso ma della maggioranza. “Non potendo vendere le torri non ci rimane altro che svendere gli NPL Delta, una boccata d'ossigeno in attesa dell'arrivo provvidenziale del Fondo Monetario”. Per Marco Gatti il ccr è inadeguato perché incapace di elaborare piani alternativi a quella che sembra l'unica soluzione”.

L'opposizione presenta quindi un ordine del giorno per la consegna ai capigruppo della relazione della società di revisione Kpmg – che adotta criteri non liquidatori ma di continuità aziendali - sul piano operativo di ristrutturazione del gruppo delta negli anni 2017 e 2018. “A chi giova – chiede Enrico Carattoni- esacerbare i toni? Solo isolando coloro che per fini personali tengono alto lo scontro sarà possibile ripartire”. Il progetto politico della maggioranza va avanti – conferma Roberto Giorgetti. Poi, guardando alle opposizioni: “Rete dice che è pronta a governare, la dc pure, intanto si prepara un referendum per fare sì che non si conoscano alleanze e programmi. Sono curiose coincidenze”.

Intervengono anche Segretari di Stato. Zanotti, in risposta alle domande sulla questione Leiton, spiega che Carisp ha messo in atto iniziative per il rientro del credito mettendo in mora la società stessa. Un giudice dirimerà la questione. Le azioni di Carisp sono quindi volte a salvaguardare i propri interessi. Per Zanotti sarebbe interessante conoscere come hanno avuto origine, dieci anni fa, le acquisizioni di quelle obbligazioni e le garanzie sottostanti quel debito.

Marco Podeschi si rivolge a chi mette in discussione la sua onestà. “Se ci sono elementi andate in tribunale e denunciateci subito. Ho ricevuto minacce di morte ma sono tranquillo del mio operato. Anche dopo la legislatura continueremo a girare per strada. Non come qualcuno che si barrica in casa come topi”.

Si passa poi alla sostituzione alla Segretaria alle Finanze. Celli nella lettera di dimissioni spera nel ripristino di un clima più dialogante e meno conflittuale. Se sono stati commessi errori, “dobbiamo associarci come Congresso di Stato”, dice Zanotti. Non vuole parlare delle ordinanze, “non dobbiamo fare delle questioni legate alla giustizia oggetto di scontro politico”. Scontro che – afferma - si è radicalizzato, con partiti di opposizione che hanno derogato dal loro ruolo di proposta e confronto”.

Per Pasquale Valentini non è un semplice avvicendamento, e maggioranza e governo non hanno aiutato a riaprire il dialogo perché non hanno preso le distanze dall'attacco di Celli in Commissione Finanze. La preoccupazione non deve essere perdere il progetto – dice - ma per le macerie sul piano politico ed economico. Denise Bronzetti chiede un'ammissione di responsabilità. “Come si può chiedere di abbassare i toni e lavorare insieme senza prendere minimamente atto di tutto quello che c'è sul tavolo?” Anche per Marianna Bucci se il Governo non prende le distanze dall'attacco a Morsiani significa che lo condivide.

Si va avanti con il dibattito. Che proseguirà anche in seduta serale.

MF

Vedi il resoconto integrale del Consiglio Grande e Generale

Riproduzione riservata ©