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Il Consiglio chiude i battenti, ma solo per qualche giorno. Prossima seduta i primi di agosto

20 lug 2012
Il Consiglio chiude i battenti, ma solo per qualche giornoIl Consiglio chiude i battenti, ma solo per qualche giorno. Prossima seduta i primi di agosto
Il Consiglio chiude i battenti, ma solo per qualche giorno. Prossima seduta i primi di agosto - -
Non è ancora decisa la sorte della riforma tributaria. Quel che resta del Patto infatti, proporrà di metterla ai voti, prima di avviare l’iter istituzionale della crisi, se ci saranno le condizioni politiche. Una scelta che sarà discussa in Ufficio di Presidenza, mentre sembra profilarsi una intesa allargata sulla necessità di adottare i provvedimenti richiesti dagli organismi internazionali. A tenere banco però è sempre la situazione politica. Le elezioni si avvicinano e si tenta di capire quali potrebbero essere le squadre in campo. Non ha dubbi il capogruppo di Ap. Una coalizione vedrà il suo partito con la Dc, il Psd e la Lista della Libertà. Chi ha presentato le dimissioni sperando di azzerare i rapporti politici per instaurarne altri, magari con l’aiuto delle consultazioni prima del voto e adesso ambisce alle larghe intese per guadagnarsi un posto d’onore nella prossima legislatura, ha il dubbio di avere fatto male i conti. L’unica scelta, dice Giorgetti, è quella della chiarezza. [Intervista a Roberto Giorgetti]
Ma questa coalizione si potrebbe allargare? La base di partenza è consolidata, risponde il segretario della Dc. Decideremo insieme. [Intervista a Marco Gatti]
Attenzione ai nuovi apporti anche dal capogruppo del Psd, Ma, sottolinea Felici, chi ha rotto è fuori. [Intervista a Claudio Felici]
Conferma Maria Luisa Berti della Lista della Libertà. Per il momento il punto fermo è il Psd. [Intervista a Maria Luisa Berti]
I giochi non sono ancora fatti, dice il capogruppo di Sinistra Unita. Si stanno solo formando nuclei di coalizione. [Intervista a Ivan Foschi]
Intanto l’Upr ribadisce la propria disponibilità a ragionare sulle emergenze del Paese. [Intervista a Menicucci]
Per i Moderati un Paese dove legalità e trasparenza sono ben lungi dall’essere realizzate, non può sperare di uscire dalla black list. Ma se non si dovesse superare l’esame Ocse, scrivono, è già stato indicato a chi dare la colpa. Sarebbe stato da irresponsabili, affermano, lasciare San Marino impastoiato tra i veti incrociati delle lobby di potere e con un governo alla ricerca continua di voti nelle fila dell’opposizione, per un altro anno. Non è un gioco di potere, concludono, se un Segretario di Stato si dimette dal governo e subito dopo anche dal Consiglio.

Sonia Tura

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