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Consiglio: dopo il giuramento, le nomine

di Monica Fabbri
8 gen 2020
Consiglio: dopo il giuramento, le nomine

L'Aula approva con 42 voti a favore e 14 contrari il programma di Governo della XXX legislatura. I 10 Segretari di Stato giurano davanti ai Capitani Reggenti assumendo, così, la pienezza dei poteri. Il Congresso ha illustrato all'Aula obiettivi e sfide con un comune denominatore: un metodo nuovo, basato su concertazione, trasparenza, coordinamento fra le varie Segreterie. Non ci saranno i sei mesi convenzionali per entrare nel ruolo. "Le emergenze – spiega il titolare degli Esteri Luca Beccari - busseranno alla porta subito".

Ieri notte il clima si è scaldato, con attacchi all'alleanza fra Rete e Dc e ai contenuti del programma, definito dalla minoranza povero di soluzioni: “non si parla di spending review e riforma pensionistica” fa notare Giuseppe Morganti; “non bastano – dice Fernando Bindi - dichiarazioni di buona volontà”. Libera lancia poi la sfida ai temi etici, invitando a non delegare i cittadini. Torna anche l'attacco per la presenza in Congresso di due Segretari rinviati a giudizio. Risponde Giovanni Zonzini di Rete: "Tonnini e Ciavatta – dice – sono sì colpevoli, ma di essersi opposti al gruppo Confuorti e suoi addentellati, e di non aver chinato la testa allo strapotere di Grandoni". Un processo che definisce quindi "politico". “La giustizia usata come clava lasciamola fuori dall'Aula e concentriamoci sui problemi”, invita Gian Nicola Berti. "La maggioranza punta al metodo, ad obiettivi – dice Francesco Mussoni – da perseguire con collegialità". Sempre per la Dc Francesca Civerchia rimarca uno dei punti focali del programma: la centralità della persona.

La seduta viene sospesa per l'udienza del Collegio Garante, per poi riprendere alle 17 con le nomine di Sindaci di Governo; Consiglio dei XII; e di tutte le Commissioni Consiliari, Permanenti e non, compresa quella d'Inchiesta. L'opposizione solleva il tema delle garanzie del suo ruolo in termini di rappresentatività. Sarebbe stato opportuno – dice - valutare una composizione numerica non di 15 ma di 17. "Mi rendo conto – dice Nicola Renzi - che avrebbe provocato un aggravio dei costi. Ma non averlo fatto – afferma - comporta che RF e Libera abbiano dovuto accordarsi. E non era scontato". Guerrino Zanotti ricorda che nel programma di Governo si punta a restituire centralità al Consiglio, “le Commissioni – dice - ne sono il cuore”, mentre Andrea Zafferani chiede se si intenda assegnare all'opposizione la Presidenza delle Commissioni Consiliari Permanenti così come proposto dalla maggioranza – ricorda - quando ancora non lo era.

Al comma 15 è prevista la nomina – fortemente contestata - di tre membri del Collegio Garante. Si tratta di Kristina Pardalos, già giudice di San Marino presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo; Giuseppe de Vergottini, avvocato specializzato in diritto costituzionale e amministrativo e Roberto Bin, Professore di Diritto costituzionale nell'Università di Ferrara. Maria Luisa Berti accusa membri dell'opposizione di abusare del tempo a disposizione, di voler prolungare il dibattito proprio per non arrivare a quel comma. "Certe richieste – dice – andavano fatte in Ufficio di Presidenza. Si è agito nel rispetto delle regole e dell'opposizione". “Si sta strumentalizzando a fini politici” – si allinea Francesco Mussoni. “Si vuole perdere tempo. Legittimo, ma diciamocelo”. Sull'assegnazione alla vice presidenza delle Commissioni, come proposto da Renzi, non si butta però via. “ Stando al regolamento si può fare un ragionamento fin da subito, in accordo con le opposizioni”.


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