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Consiglio, Gatti: "No a interventi a pioggia. Indirizzare le risorse"

di Monica Fabbri
27 apr 2020
Consiglio, Gatti: "No a interventi a pioggia. Indirizzare le risorse"

Mentre fuori dal Consiglio il mondo economico scalpita per riaprire, in Aula esponenti del Governo invitano alla prudenza, per non vanificare i sacrifici. Si naviga con uno sguardo all'evoluzione sanitaria e l'altro alle disposizioni messe in campo dall'Italia. Nel frattempo, all'indomani dell'annuncio del Premier Conte alla fase 2, il Consiglio procede nel dibattito generale sul Covid.

Apre i lavori Alessandro Scarano che con orgoglio afferma: il nostro paese ha dimostrato di essere all'altezza, garantendo ai cittadini l'assistenza necessaria. Però ammette criticità, in particolare sulla gestione delle quarantene. L'attenzione va ad una ripartenza da più parti invocata, ma con presidi e precauzioni del caso. La Dc invita a scelte ponderate, dal settore scolastico a quello imprenditoriale. “Si valuti bene su quali settori investire”, dice Scarano, chiedendo al Governo di emanare leggi e decreti dopo averne valutato bene gli effetti, “per non dover correre ai ripari”.

“Cosa ci resta da questa esperienza?”, chiede Gloria Arcangeloni, “sicuramente la consapevolezza di quanto effimero sia il mondo economico in cui viviamo”. Una riflessione sul modello di globalizzazione, collassato sotto i colpi della pandemia, e che ci offre “l'occasione unica di fare una rivoluzione – dice la consigliera di Rete – per una ripartenza che punti alla produzione locale verso ciò che è strategico e utile per il nostro paese”.

Luca Boschi “all'andrà tutto bene” sostituisce “ce la faremo”. E per farcela – aggiunge - il Governo dovrà trovare un equilibrio fra le indicazioni dei tecnici sanitari e quelli economici. Creare quindi le condizioni per ripartire in sicurezza, affinché il sistema sanitario regga, anche di fronte a una ipotetica altra ondata del virus.

Per il Segretario alle Finanze Gatti la vera sfida è canalizzare in maniera appropriata le risorse. “Tutti hanno bisogno di sostegno ma per mettere a frutto le risorse dello Stato occorre indirizzarle verso un progetto. Distribuendo risorse a pioggia – avverte – non si riparte”. L'attenzione va quindi a quelle attività che si ristruttureranno per ripartire. E la riapertura – precisa – dovrà essere legata non tanto a settori ma sulla capacità delle attività di attuare modalità che garantiscano sicurezza limitando la diffusione del virus.

L'impostazione – ribadisce Denise Bronzetti – non è quella di far finta che il paese abbia risorse illimitate e che possa dare a destra e a manca anche a fondo perduto. “Non abbiamo bisogno di interventi a pioggia come fatto per anni”. Fondamentale invece verificare chi ha davvero necessità, aiutando anche di più chi ha atteggiamenti virtuosi, "magari chi non ha debiti verso lo stato e che ha pagato sempre ciò che doveva pagare".

Alessandro Cardelli ammette errori: “troppa burocrazia nei decreti. Ma si tratta di una piccolezza – aggiunge – rispetto al grande lavoro fatto”. Poi, si appella affinché l'aula abbandoni vecchi pregiudizi e colga l'opportunità per la ripartenza. “Va rivisto l'intero stato sociale, non è equo – dice - che la sanità sia gratuita per tutti. Chi ha disponibilità economiche magari ha anche voglia di pagare un ticket per un ospedale che funzioni”. Tra le altre grandi sfide per il rilancio: incentivare la libera professione, privatizzare le farmacie, riconoscere subito la cittadinanza a chi investe.

Luca Beccari risponde a chi critica il Governo per essersi adeguato alle misure italiane. Parla di sinergia “come elemento vincente della nostra strategia”. L'allineamento nella gestione della crisi – spiega – ha permesso che il nostro territorio venisse considerato integrato con le regioni limitrofe, di cooperare in sinergia con la struttura sanitaria emiliano-romagnola. "Dovevamo combattere insieme perché i nostri confini sono aperti, le economie interconnesse e il sistema di relazioni fra cittadini importanti".

“Il Governo ha agito bene”, riconosce Giuseppe Morganti “ma ha agito bene anche l'opposizione.  Con un'altra – afferma - ci sarebbero state le forche sul pianello. Questa opposizione si è dimostrata migliore di quella precedente”. 

In Consiglio rimane alta l'attenzione ai più piccoli, con Michela Pelliccioni che si commuove pensando alle ripercussioni sulla loro crescita, “i nostri bambini e ragazzi ci stanno insegnando il termine resilienza”. Servirà, nella ripartenza, grande attenzione ai loro bisogni, garantendo spazi educativi e di gioco, con un piano organizzato che coinvolga tutti gli attori.

Per Emanuele Santi ci sono stati punti dolenti "ma non esistono interventi perfetti nella gestione dell'emergenza. Nessuno – chiarisce - è stato lasciato indietro. Tutti hanno avuto le cure necessarie". Sugli interventi economici, "non possiamo permetterci che lo Stato metta soldi in secchi bucati. I costi dell'ospedale – ricorda - sono aumentati di diversi milioni con percezione inferiore dei servizi erogati". Invita quindi una ricognizione degli sprechi. 

Ma c'è una domanda, su tutte, che si pone Andrea Zafferani: “chi sta pianificando la fase due?” Il Consigliere di RF chiede se si stiano elaborando protocolli operativi sui presidi; chi, come e quando potrà aprire e se verrà aiutato economicamente a mettere in campo i protocolli di sicurezza. 

Giancarlo Venturini legge un odg della maggioranza, aperto all'opposizione, per procedere con un piano di riapertura graduale di attività e mobilità con il coinvolgimento di categorie e parti sociali, proseguendo la diagnostica su residenti e forza lavoro; normare uno “Stato di emergenza sanitaria”; definire una legge che normi la ricerca e la sperimentazione clinica; valutare la costruzione di una nuova struttura ospedaliera e studiare un protocollo che normi il lavoro a distanza nel settore Pubblico Allargato e nel privato.

Nella sua replica il Segretario Ciavatta si concentra su aspetti positivi: in merito ai decessi, "abbiamo conteggiato tutti coloro che sono deceduti con il Covid, cosa che non avviene ovunque. Se dovessimo fare la tara, i morti determinati dal virus forse si conterebbero sulle dita di una mano”. Riferisce che su un primo test su un'attività, su 102 sierologici è risultato solo 1 caso positivo. Meno dell'1%. Sull'accusa al Governo di aver copiato decreti dall'Italia, “siamo stati sempre un passo avanti. Le riaperture le abbiamo fatte la scorsa settimana. E' poi logico – aggiunge – che dobbiamo allinearci ai territori limitrofi". Sulla ricerca di un manager a capo dell'ISS, “in questi anni c'è stata un'esplosione, 21 milioni di disavanzo. 3 mila euro a testa. È un dovere avere un manager che verifichi la sostenibilità dell'Iss perché i medici possano avere ancora una sede in cui lavorare. Senza di questo, rischiamo di non avere più quell'ospedale. Sui test sierologici, “nelle Regioni partiranno dal 4 maggio. Noi li stiamo facendo da tre settimane”. Smonta infine le polemiche su dimissioni di personale medico, come quelle del primario di pediatria. “Non è la Segreteria che arruola il personale, così come non deve facilitare l'acquisto di attrezzatura. Non è mantenere forzatamente professionisti che devono andare in pensione ma sostituire nel migliore dei modi per dare prospettiva futura a reparti come la pediatria.

Stefano Canti guarda alla fase due. Parola chiave: cautela. Serve consapevolezza che dobbiamo convivere con il virus. Fondamentale il rispetto di dispositivi, presidi e distanze di sicurezza. Come si possono aiutare le aziende private? “Attivando quella figura di sicurezza che dia garanzia sul rispetto e attivando controlli che siano d'aiuto". parla di una cabina di regia formata da politica, gruppo di emergenza e protezione civile che definisca le modalità di ripartenza.

Chiuso il dibattito, l'Aula si confronterà sui tre Decreti Legge, emanati dal Governo a partire dal giorno successivo alla conferma del primo caso di Coronavirus sul Titano: l'attribuzione al Segretario di Stato Ciavatta del potere di Ordinanza per emergenze di sanità pubblica; l'istituzione della figura di Commissario Straordinario e le misure urgenti di contenimento e gestione dell’emergenza.



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