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Consiglio GeG, secondo giorno

16 set 2008
Consiglio GeG, secondo giorno
Non passa l’ordine del giorno del PSD che mirava ad iscrivere da subito gli 800 cittadini residenti all’estero reintegrati nel voto dopo l’abrogazione dell’articolo 7.
Un documento che la Reggenza ha deciso di mettere in votazione dopo aver spiegato all’aula che si doveva trattare di un atto di indirizzo politico e non legislativo.
Felici ritiene l’ordine del giorno sia compatibile con la natura dello strumento ma si dice disponibile ad eventuali aggiustamenti, anche se questa versione è leggermente modificata rispetto a quella presentata ieri nel comma comunicazione.
Si infuria Romeo Morri che ritiene improponibili cambiamenti in corso d’opera e conferma la sua convinzione di un atto illegittimo e fuori luogo. Inammissibile anche per AP, come spiega Roberto Giorgetti e i Nuovi Socialisti, che per voce di Maurizio Rattini che ritiene inutile votarlo e accusa di strumentalizzazioni.
Giudizi condivisi da Marco Arzilli che ritiene debba essere il prossimo governo a risolvere definitivamente la questione.
Il Segretario della DC, Pasquale Valentini parla di un tentativo di alimentare la confusione. Alla fine si vota, con formula segreta: 26 i pareri a favore, 32 quelli contrari. Il Consiglio respinge.
Non si aggiorneranno quindi le liste elettorali chiuse a Febbraio e gli 800 neo maggiorenni residenti all’estero restano esclusi per l’appuntamento del 9 novembre, voteranno in occasione della prossima consultazione elettorale.
L’accordo politico c’era invece sull’assestamento di bilancio, che ha ottenuto 48 voti a favore, due contrari, due astenuti e un non votante.
Poi l’elezione della Reggenza, anche qui un braccio di ferro tra le due coalizioni, la spunta il Patto Per San Marino la cui coppia ottiene il consenso compatto a dispetto di quella alternativa proposta da Riforme e Libertà. 2 gli assenti Fernando Bindi e Cesare Gasperoni.
In chiusura di seduta la Reggenza ha rivolto all’Assemblea un messaggio di saluto nel quale ha messo in evidenza come il potere delegato, espresso in quest’aula, stia perdendo sempre di più credito e stima presso la gente, conseguenza di una disaffezione e di una crisi di fiducia verso coloro che hanno il compito di rappresentare lo Stato e le sue regole.
Ai parlamentari un’esortazione: a compiere ogni sforzo per riportare la repubblica su un percorso virtuosi di sviluppo e di certezza di futuro. Un auspicio perché il Paese possa trovare la strada della stabilità, della governabilità, di una rinnovata stima e considerazione in ogni ambito.

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