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Consiglio Grande e Generale: la Banca del Titano al centro del dibattito

4 dic 2007
Consiglio Grande e Generale: la Banca del Titano al centro del dibattito
“La bomba del Consigliere Podeschi: mi sembra più una castagnola”.
E’ ironico il Segretario di Stato alle Finanze sulle dichiarazioni rilasciate nella seduta di lunedì dal Consigliere della DC, Claudio Podeschi, che aveva rivelato all’aula il ritrovamento in una cassetta di sicurezza della Banca del Titano di certificati di credito per 100milioni di euro riferibili, a suo dire, alla Finbroker e di un libretto al portatore riconducibile, sempre secondo Podeschi, all’avv. Alvaro Selva. Affermazioni seccamente smentite da Selva che le definisce del tutto infondate e invita Podeschi a spogliarsi dell’immunità parlamentare per rispondere in tribunale di queste affermazioni.
“Non sono in grado né di confermare né di smentire – ha detto il Segretario Macina – perché tutto è coperto dal segreto bancario. Se Podeschi ha avuto queste informazioni le ha avute da chi ha violato questo segreto, dunque sia la magistratura ad indagare”.
In merito poi ai documenti citati, il segretario alle Finanze afferma che la banca centrale, appositamente consultata, li ha definiti carta straccia, senza alcun valore contabile. Nessuna reazione, al momento dal Consigliere Podeschi, che potrebbe intervenire nella seconda parte del dibattito, nel pomeriggio. Intanto però la Dc insiste sulla necessità di avere a disposizione documenti che ritiene necessari prima di pronunciarsi sul decreto, come la relazione del commissario straordinario e della Banca Centrale.
“Ci pare – spiega Loris Francini – che il commissario sia andato oltre ai suoi compiti svolgendo le funzioni anche di liquidatore”.
La Dc è pronta ad appoggiare l’ordine del giorno presentato da Marco Arzilli di Noi Sammarinesi, con il quale si chiede di non procedere al voto di ratifica del decreto legge e di posticiparlo dopo l’audizione in commissione dalla Banca Centrale, vista la sua disponibilità a fornire ai consiglieri ogni delucidazione in Commissione Finanze.
In subordine, qualora il documento di Arzilli non venga accolto, la Dc presenta 3 emendamenti al decreto: perché l’esborso dello Stato sia subordinato all’azione giudiziaria della Banca nei confronti di tutti coloro che abbiano contribuito al dissesto e che le somme eventualmente realizzate siano versate alla Banca Centrale; perchè lo Stato avvii immediatamente azione giudiziaria, in veste di creditore e, infine, perché la Banca ceda allo Stato tutti i crediti svalutati al prezzo simbolico di un centesimo, che lo Stato cercherà di recuperare anche con operazioni di dilazione.
Il segretario Macina, nel suo intervento, ha espresso amarezza “perché non si è colto il mio appello a mettere in atto tutti gli strumenti perché simili episodi non accadano più. Abbiamo assistito invece al rimpallo delle responsabilità, che se ci sono toccherà alla magistratura individuare. Dove eravate nel 2006? -ha chiesto ai democristiani – Eravate soggetto determinante del Governo Straordinario e oggi dichiarate che c’è stata troppa fretta nella decisione di commissariamento, ma l’avete presa voi e ci sono documenti ufficiali che lo dimostrano. Inaccettabile – aggiunge – il vostro tentativo di far apparire i vecchi soci della Banca del Titano come vittime del commissario straordinario e del governo, affermando che i bilanci erano in attivo. Come se quel deficit fosse apparso all’improvviso. Mi sembra la stessa dinamica che ha segnato il buco di bilancio dello stato, nascosto con crediti inesigibili. Ci sono analogie sconfortanti”.

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