
La naturalizzazione senza obbligo di rinuncia, così come previsto dall'istanza d'Arengo da cui nasce il PDL in prima lettura, è una svolta su cui si registrano però sensibilità diverse, anche negli stessi gruppi consigliari. Per il Segretario agli Interni, Andrea Belluzzi, il PDL è un passo significativo verso la modernizzazione e chiede di lasciare la questione del diritto di voto al dibattito sulle riforme istituzionali. Il PSD lo sostiene, ritenendo la doppia cittadinanza non un ostacolo ma un ponte, un processo naturale di integrazione, sulla stessa linea libera, che parla di atto di giustizia e prova di maturità.
DML rimarca i tanti paradossi della normativa vigente, ritenendo però ingiusto slegare alla cittadinanza il tema del voto. Non tutti plaudono la legge. Per Maria Luisa Berti di AR, la naturalizzazione è nata come concessione e quindi la rinuncia non è lesiva dei diritti ma esalta il senso di appartenenza.
A sua volta Repubblica Futura è critica al voler togliere il giuramento di fedeltà alla Repubblica. Nello stesso avviso altri consiglieri, tra cui Francesco Mussoni del PDCS, che chiede di mantenerlo in quanto atto solenne e invoca sulla cittadinanza apertura ma con prudenza per non avere a cittadini al servizio di due padroni. Emanuele Santi di Rete riconosce a Belluzzi coraggio. Il PDL divisivo finalmente- afferma - ci sarà chiarezza su chi lo sostiene.
La questione della doppia cittadinanza torna anche nel dibattito sul progetto di legge di RF, sull'incompatibilità dei direttori di Dipartimento e del personale politico nelle Segreterie di Stato. In questa legislatura, spiega Nicola Renzi, un segretario di Stato affidato un incarico importante ad una persona che sta rivestendo una carica amministrativa in Italia. Si tratta del sindaco di Montegrimano, segretario particolare di Rossano Fabbri. Se per Belluzzi il PDL è il merito di aprire una riflessione sul tema, d'altro canto è il difetto di essere contro qualcuno. Di conflitti di interesse è piena l'aula, provoca già Nicola Berti, riferendosi a quanti nel ruolo di dipendenti pubblici possono scegliere chi aiutare e chi no. Ma per Matteo Zeppa, attaccare la loro professionalità per difendere l'indifendibile è una caduta di stile. Chiamato in causa, il segretario Rossano Fabbri si dice disposto a ragionare. A patto lo si faccia su tutto. Ci sono cittadini italiani, dice, che vengono a San Marino con conflitti di interesse grossi come una casa. Anche il Segretario Alessandro Bevitori si dice disponibile ad affrontare la questione, ma non con un progetto di legge con un nome e cognome. Da più parti emerge quindi la necessità di una norma più ampia, generale ed astratta.
Si passa quindi alla votazione degli ordini del giorno di DML, a partire da quello bocciato su società benefit e politiche abitative.