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Consiglio: le dichiarazioni di Ciavatta sui vaccini al centro del comma comunicazioni

di Monica Fabbri
15 dic 2020
Consiglio: le dichiarazioni di Ciavatta sui vaccini al centro del comma comunicazioni

C'è grande attesa per il comma unificato su finanziamento e bilancio, pezzo forte della sessione consiliare e che si aprirà nel pomeriggio. Nel frattempo, in Comma Comunicazioni, domina il tema Covid, con Carlotta Andruccioli che punta i riflettori sulla scuola, dicendosi a favore delle restrizioni, “necessarie – dice - se vogliamo tenerla aperta”. D'altro canto, però, chiede chiarimenti sui protocolli in caso di positività e in merito al tampone entro 24 ore. Soprattutto invita a definire tutele per gli insegnanti che si trovano a lavorare in più plessi e per quelli precari, spesso di sostegno, costretti a coprire posti vacanti nel territorio. “Ho sentito mille lamentele sull'obbligo delle mascherine – dice - ma nulla per chi lavora con i ragazzi. Politicamente – provoca - è meglio dare contro agli insegnanti ma spero che le loro voci non rimangano inascoltate dalla politica”.

Dall'opposizione piovono invece critiche al Segretario Ciavatta, per le recenti dichiarazioni sui vaccini. Libera lo attacca: Michele Muratori parla di dichiarazioni dall'impatto dirompente anche fuori dai confini e che violano la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e la Carta dei Diritti sammarinese mentre Guerrino Zanotti si chiede se anche il resto del Governo concordi con la posizione del Segretario. “Se non c'è intenzione di rendere obbligatoria la campagna vaccinale – dice - non si può dire che chi non lo fa non ha diritto alle cure”. Per la minoranza l'Esecutivo sta inviando messaggi contraddittori, “disorientanti”, con da una parte le dichiarazioni sui vaccini e dall'altra la massima libertà rispetto alle restrizioni imposte intorno a noi.

“In un momento come questo, in cui l'importanza del vaccino è determinante – commenta Nicola Renzi - un governo serio e non arrogante avrebbe dovuto spiegare ai cittadini il piano vaccinale, informandoli e rassicurandoli”. A sostegno di Ciavatta il collega all'istruzione: “mi dispiace – dice Andrea Belluzzi - che si guardi al dito e non alla luna. In un contesto straordinario – afferma - non possiamo usare strumenti ordinari”, mettendo in guardia dal pericolo che i cittadini non aderiscano alla campagna. “La scuola – dice - ne ha bisogno, non possiamo sopravvivere con la didattica a distanza”. E invita a guardare cosa fanno Europa e mondo. In NPR, però, Iro Belluzzi dissente da Ciavatta. “Non mi piacciono – dice – le imposizioni. Chiedendo di puntare, invece, su una campagna di sensibilizzazione, per fare capire ai cittadini quello che deve essere fatto per poter garantire la salute di ciascuno e della comunità, con ricadute anche sulla salute economica.

Nell'opposizione, però, non tutti condannano quanto affermato dal Segretario: Andrea Zafferani invita l'aula a riflettere su una scelta dall'impatto collettivo, dicendosi aperto a valutare anche interventi forti per chi decidesse di non vaccinarsi. Definisce la dichiarazione di Ciavatta forte, senz'altro scomoda, che crea malumori, "ma è necessario – dice - una riflessione per fare sì che il vaccino abbia una somministrazione capillare, perché stiamo parlando di un virus che ci sta uccidendo fisicamente, economicamente e nella nostra vita quotidiana”. 

In linea Gian Nicola Berti: “Una non vaccinazione è scelta di egoismo”, che si riflette sulla collettività e ha dei costi, “chi non la fa è responsabile civilmente di ciò che cagiona. Lo dice la legge, non lo dice Ciavatta, e parla di critiche improprie di chi non conosce le norme del paese. 


Non solo covid, ma anche giustizia – con le preoccupazioni della minoranza per la sospensione del Mazzini e l'inchiesta sul Cis. Matteo Ciacci chiede di prendere le distanze da chi compare nella relazione della commissione, ricordando che c'è un consigliere citato e ancora capogruppo. “Passaggi che non possono essere lasciati passare con leggerezza” – afferma, facendone questione di credibilità e coerenza “di chi in passato si appellava alla massima moralità della politica”. Gli risponde Marco Nicolini: “Posso dargli ragione, ma a sua volta prenda le distanze dai membri di Libera – più di uno - che facevano da prestanome di professione”.

Luca Boschi attacca la maggioranza per aver fatto rientrare la questione dopo averla definita un problema grosso. “Che ci spiegassero come hanno risolto”.

Gian Nicola Berti parla di accanimento nei confronti del capogruppo di npr Denise Bronzetti, che dalla commissione d'inchiesta emerge "non abbia tratto nessun beneficio, anzi, oggi sta continuando a pagare un prezzo per essersi opposta al sistema grandoniano".

Da Emanuele Santi, inoltre, la forte preoccupazione per l'indagine sul caso titoli ancora in corso dopo tre anni, e "da cui era emerso – dice - un piano criminale di chi aveva messo occhi sul nostro paese. Non abbiamo notizie su rinvii a giudizio. Un atto che accerti la verità – dice - è dovuto. Ad oggi Confuorti e Grandoni non risultano neppure indagati”. Chiede un atto di verità anche sulle lacune ed opacità di Public NetCo e su anomalie del vecchio cda dell'Agenzia per lo Sviluppo.


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