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In Consiglio la questione dei Giochi

27 ott 2005
In Consiglio la questione dei Giochi
Terminata la lunga seduta segreta, il Consiglio ha ripreso i lavori con una serie di progetti in prima lettura, tra cui i tre relativi alle materie fiscali, che rientrano in un Testo unico predisposto dalla Segreteria alle finanze. Accanto a questi, i progetti sull’organizzazione della protezione civile, tutela e valorizzazione delle persone anziane, la legge quadro sul turismo e il trattamento economico dei componenti il Collegio garante della costituzionalità delle norme. Il lungo riferimento del Segretario Pier Marino Mularoni ha poi aperto l’atteso comma relativo alla rinegoziazione della convenzione con la Giochi San Marino, con 26 consiglieri iscritti a parlare al dibattito. “Prima di stipulare qualsiasi accordo – è stata la premessa del Segretario – abbiamo voluto esporre le nostre ipotesi tecniche al Consiglio, per avere da quest’aula le indicazioni che ci porteranno a rinegoziare l’intera materia”. E le ipotesi parlano di un nuovo quadro normativo di riferimento, che chiarisca una volta per tutte le differenze tra gioco d’azzardo e d’abilità, l’istituzione di un’authority dei giochi quale ente di vigilanza e controllo, un eventuale bando di gara pubblico per concedere l’esercizio a terzi. Per quanto riguarda la convenzione con la Giochi San Marino, Mularoni ha parlato della necessità di arrivare ad una transazione con la società per prevenire una lite che, ha detto, non consentirebbe poi allo Stato di riacquistare la proprietà ex Burgagni. “In questo momento – ha poi aggiunto – non possiamo prendere nessun impegno per rinnovare o meno alla società la concessione sui giochi, dobbiamo attendere la naturale scadenza”. Il Segretario all’industria Claudio Felici ha chiesto di mettere da parte polemiche demagogiche e sterili: “E’ diventata una battaglia politica, ma trovare soluzioni è necessario: sempre più spesso, alla mia segreteria, arrivano proposte per aprire attività di gioco a San Marino e non possiamo rischiare di trovarci impreparati, servono regole chiare. E in ogni caso – ha aggiunto – saranno i cittadini a dire l’ultima parola sull’eventuale casa da gioco”. Secondo Monica Bollini, Sammarinesi per la Libertà, il Governo sta tentando di introdurre ufficialmente in Repubblica il gioco d’azzardo, “facendo passare il pericoloso messaggio – ha spiegato – per cui sarà il gioco a risolvere i problemi economici del Paese”. Per Paolo Bollini, Gruppo federativo socialista, lo Stato deve svincolarsi da questi poteri forti di fronte ai quali esce sempre perdente, mentre Valeria Ciavatta, Alleanza Popolare, parla dell’area ex Burgagni come del nuovo specchietto per le allodole usato dal Governo per rinnovare la concessione alla Giochi San Marino. Per Gabriele Gatti, Democrazia Cristiana, bisogna stabilire se l’attività della società rientra in quella prevista dalla convenzione del 2001 ed eliminare quindi tutto ciò che non vi rientra. “A ridosso delle elezioni – ha detto – non possiamo permettere che questa questione pervada la campagna elettorale. Poi avremo comunque percorsi obbligati da adempiere, primo fra tutti rivedere gli accordi del 1953 con l’Italia che al momento ci vietano di esercitare il diritto ad avere una casa da gioco”.

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