Consiglio: respinto l'ordine del giorno di AP

Consiglio: respinto l'ordine del giorno di AP.
Con 31 voti contrati, 10 astensioni e 12 favorevoli è stato respinto dall'aula consigliare l'ordine del giorno sulla riforma della legge elettorale presentato da Alleanza Popolare e che ha visto la condivisione del Nuovo Partito Socialista, Sinistra Unita e Popolari, che l’hanno sottoscritto. Un lungo dibattito sulla portata dell’intervento di ammodernamento delle regole del voto, sulla necessità di dichiarare preventivamente le coalizioni, di dare maggior peso al voto degli elettori, di prevedere il ritorno alle urne in caso vengano a meno le condizioni di maggioranza. In mattinata i vertici del PSD, Segretario e Presidente, avevano rivolto un esplicito invito ad Alleanza Popolare perché considerasse la possibilità di ritirare l’ordine del giorno, considerandolo superato rispetto alla presentazione di un preciso testo legislativo. Diversi gli interventi, da quello di Augusto Casali che ha sottolineato come ci sia una proposta di un solo partito e non della intera maggioranza: 'Il governo, ha dichiarato, ha fallito clamorosamente'. Su questo ha insistito anche Francesca Michelotti, di Sinistra Unita, che ha evidenziato come la Democrazia Cristiana 'si stia defilando dal dibattito'. Appare chiarissimo – ha affermato – che la DC non è d’accordo su questa legge. Il presidente del PSD, Giuseppe Moranti, ha spronato velatamente l’alleato ad esprimersi: “Noi – aggiunge – abbiamo fatto tutti il nostro dovere su questo argomento”. “Non abbiamo posizioni di contrasto o di veto - gli ha fatto eco il Capogruppo democristiano, Claudio Podeschi - diamo tempo alla politica e all’opinione pubblica di ragionare e dare un contributo”.
Più esplicito il Segretario della DC, Pier Marino Menicucci, che ha ribadito la difesa convinta del sistema proporzionale ed espresso perplessità sul doppio turno e il premio di stabilità: 'Non sarebbe – sostiene – un proporzionale classico'.

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