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In Consiglio la riforma del diritto societario

28 giu 2004
In Consiglio la riforma del diritto societario
Così com’è il sistema di diritto societario non va: le cose negli ultimi tempi sono cambiate e con grande celerità, la legge in materia varata nel 1990 è oramai datata. Non ha dubbi il Segretario di Stato all’Industria, Claudio Felici che illustrando la volontà di riforma del diritto societario punta il dito su una serie di punti critici, messi in evidenza in questi anni. Aspetti che, di fatto, rendono non solo necessario un cambiamento sostanziale ma fondamentale che questo avvenga in tempi assolutamente celeri. Il primo passo da compiere, spiega Felici, è il superamento del regime concessorio, il cosiddetto nulla osta da parte del Congresso di Stato. Per gli imprenditori cioè dovrà essere più facile ottenere l’autorizzazione ad esercitare attraverso meccanismi che rendano quasi automatica la concessione. Qualche vincolo dovrebbe essere conservato per le sole società cosiddette di carattere strategico, operanti nei settori finanziario, sanitario, delle telecomunicazioni, nel campo immobiliare ed in quello energetico. In 19 punti il responsabile delle politiche economiche fissa la struttura portante che dovrà caratterizzare la riforma, un ammodernamento che non si ferma alla sola concessione di autorizzazione ad operare, ma si spinge anche ad istituire forme di controllo successive sul corretto svolgimento dell’attività impiantata sul Titano. E poi gli strumenti di garanzia, non solo per chi fa impresa ma anche per gli eventuali creditori, i soci di minoranza, gli utenti in generale. Ripensare il diritto societario – ha dichiarato Felici – è no solo cosa opportuna ma indispensabile per ammodernarlo e renderlo compatibile con i principi della dichiarazione dei diritti, che all’articolo 10 sancisce: “ l’iniziativa economica privata è garantita”.
Tutte concordi le voci registrare negli interventi successivi. Certo qualche distinguo o richiesta di aumentare il livello delle garanzie, ma in complesso una condivisione generalizzata della filosofia ispiratrice del provvedimento legislativo. Rifondazione Comunista, ad esempio, giudica positivamente la tutela del diritto d’impresa e il superamento del regime concessorio, limitandosi ad una esortazione: attenzione – ha dichiarato Vanessa Muratori – a non trasformare tutto nella liberalizzazione della pirateria imprenditoriale. L’esponente dei Sammarinesi per la Libertà, Monica Bollini, condivide il superamento del nulla osta ma invita a definire prima il modello economico. Ci sono attività – spiega – che devono però essere ancora sottoposte ad autorizzazione” e il riferimento è in particolare a quelle del settore finanziario, a tutela anche dello Stato. Plaude all’intervento Alleanza Popolare, che per voce del Capogruppo Tito Masi ricorda l’impegno in questa direzione del precedente governo a tre. Un passaggio importante – dichiara - ma soprattutto un atto dovuto se si vuole modernizzare il sistema. Non rimpiangeremo certo – aggiunge Masi - il sistema che ci apprestiamo a lasciare. Una nota discorde si registra sull’ipotesi di costituire un’authority per il nulla osta alle attività strategiche. Da un lato ci sono coloro che ravvisano in questa figura un sostituto del Congresso di Stato, dall’altro chi invece non lo ritiene uno strumento adeguato. Un punto sul quale si discuterà sicuramente. Il dibattito è alle prime battute, di qui alla definizione della nuova legge il confronto sarà sicuramente serrato. In ballo, hanno spiegato in tanti, c’è la collocazione del sistema economico sammarinese sui mercati internazionali.

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