Consiglio Straordinario: sotto la lente la III variazione di Bilancio

Consiglio Straordinario: sotto la lente la III variazione di Bilancio.

Il Consiglio Straordinario torna a riunirsi per affrontare la III variazione al Bilancio di Previsione. Il comma si è aperto ieri sera, in chiusura di lavori, dopo una lunga giornata dominata dalle comunicazioni. Il Segretario Eva Guidi torna quindi ad affrontare i conti dello Stato per concludere l'iter legislativo, a dieci giorni dalla delusione per la bocciatura della procedura d'urgenza. Una ferita che ancora brucia, con l'opposizione nuovamente all'attacco di Repubblica Futura, che si difende chiamando in causa la matematica: i suoi voti mancati – fa notare Stefano Palmieri- non sarebbero stati comunque determinanti. Il partito è però convinto di aver fatto la cosa giusta: "Oggi, infatti, sono presenti ulteriori aggiustamenti". Tra gli emendamenti del Governo più rilevanti, quello che stabilisce come “le attività finalizzate alla cessione delle quote di controllo della banca in risoluzione o dell'ente ponte, possano essere avviate solo previo parere favorevole della Commissione Finanze e con deliberazione del Consiglio a maggioranza qualificata”. Il senso – spiega la Guidi - è rimettere allo Stato la decisione sulla vendita della Banca Nazionale Sammarinese, ma la norma potrà essere applicata anche ad altri casi di intervento pubblico a copertura del deficit. Entra poi nel bilancio, sotto forma di emendamento, il decreto scaduto sulla vendita di immobili a stranieri. Fronte banche, troviamo l'emendamento sulle subordinate Asset mentre sulla deducibilità fiscale degli accantonamenti per rischi su crediti che gli Istituti bancari registrano nel proprio bilancio, si consente la deduzione anche oltre il 5%. “Significa che dalle nostre banche non arriverà un centesimo di gettito fiscale per i prossimi 10/15 anni”, commenta Giancarlo Capicchioni, che chiede di vigilare affinché non sia l'ennesimo aiuto.

Più in generale, diminuisce il disavanzo ma non mancano critiche per “ritardi”, “posticipazione di impegni”, “mancanza di lungimiranza, progettualità delle risorse pubbliche e visione di sistema”. Per Rete è una legge omnibus con qualche intervento dal sapore elettorale mentre Giancarlo Venturini evidenzia l'anomalia di tre assestamenti in un anno. Sotto la lente del Ps, inoltre, l'articolo che prevede che gli ospiti delle strutture residenziali, riabilitative o convenzionate, cedano all'lSS tutte le pensioni percepite a titolo di compartecipazione ai costi del servizio. Principio già previsto nella legge del 92 ma che oggi si vuole ampliare ad altre strutture in passato non utilizzate. Una modifica che risponde – come spiega Franco Santi – all'esigenza di uniformare. Rimane però la contrarietà di chi, come Marianna Bucci, chiede di non trattare in maniera uniforme situazioni che incidono così profondamente nella vita delle persone. “Gli ospiti del Casale la Fiorina – dice - hanno una storia diversa da quelli della Casa Famiglia”. Concetto ribadito da Tony Margiotta, che ricorda situazioni vicine alla povertà e che vanno trattate in maniera più equa. Matteo Ciacci difende invece il provvedimento del suo Segretario: “si tratta di dare attuazione a ragionamenti già fatti. Ci sembra buonsenso e ragionevolezza”. Denise Bronzetti chiede invece a Santi numeri e dati, per controllare i conti della sanità, perché il bilancio dell'Iss – spiega - è parte preponderante di quello dello Stato. “Non possiamo fare finta di nulla, occorre sapere da che base si parte, è un atto dovuto nei confronti di chi verrà dopo”. Sorride Matteo Zeppa: “la quota associativa è più di un milione di euro – fa notare – eppure avevamo in difficoltà a stanziarne 200.000 per la riunione dell'Osce. Non ne capiamo l'utilità”.

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