La Convenzione divide il neonato governo

La Convenzione divide il neonato governo.
L' ipotesi della Convenzione avanzata dai 'saggi' di Napolitano che doveva unire Pd e Pdl sul cammino delle riforme, si è sta trasformando in un grande boomerang. Attualmente si è in disaccordo su quasi tutto: presidenza, composizione, contenuti e procedura. Alla fine di una giornata densa di polemiche il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello sbotta quello che mi interessa è fare i provvedimenti necessari a migliorare questo Paese. E chi sia a farlo non importa. L'importante è farlo". "Vorrei ricordare - insiste - che la Convenzione è uno strumento, non il fine". E quale sorte toccherà a questo 'organismo' lo si capirà a breve, subito dopo la costituzione definitiva di Commissioni e Giunte, prevista per martedì prossimo. Veti incorciati sul nome del presidente. Silvio Belrusconi si è autocandidato nei giorni scorsi e l' intero Pdl non può che confermare. E altrettanto 'forte' e il 'no' che arriva dal Pd, Matteo Renzi in testa.

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