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Crisi bancarie, partiti al lavoro: l'aria che tira

La discussione finale della commissione d'inchiesta sulle crisi bancarie è fra i temi caldi della sessione consiliare che si aprirà domani

di Monica Fabbri
16 gen 2022
Crisi bancarie, partiti al lavoro: l'aria che tira

Il dibattito parlamentare sulle crisi bancarie è stato contrassegnato da accuse incrociate e rimpalli di responsabilità. Pare difficile, considerate le premesse, che si arrivi ad un ordine del giorno condiviso.

RF ne ha già pronti due, che metterà a disposizione dell'Aula. Uno, più generale, analizza tutto il lavoro della Commissione e dà un mandato preciso per far valere gli interessi sammarinesi dopo l'ordinanza del tribunale di Forlì sul processo Varano. L'altro – anticipa Nicola Renzi - “è totalmente incentrato sulla parte più omissiva dei lavori della commissione, e impegnerà il Consiglio a rendere noti i nomi dei politici passati ed attuali con esposizioni debitorie”. “Se, come credo, sarà l'obiettivo anche di Libera – aggiunge - nessun problema a convergere su un ordine del giorno unitario”.

E se Ciacci e i suoi hanno da sempre posizioni più critiche nei confronti della legislatura di Adesso.sm, di certo concordano con RF sul fatto che dei 20 anni di politica sammarinese che hanno portato ad un buco di un miliardo e mezzo, la censura non possa riguardare solo gli ultimi tre, ma debba tenere conto, piuttosto, dei primi dieci: “Spero che la maggioranza abbia la forza di fare i conti con le responsabilità esplicitate nella relazione”, dice Luca Boschi.




Maggioranza che, nel frattempo, lavora ad un unico testo. Emanuele Santi di Rete si augura si arrivi ad un odg condiviso, “così come lo è stato per la relazione, e che dovrà rispecchiare gli elementi oggettivi emersi dall'indagine della commissione. Non abbiamo sottovalutato situazioni – assicura - o puntato il focus su determinati periodi. Non penso ci siano problemi da parte di nessuno a leggere nelle carte responsabilità in capo agli ultimi 20 anni”. Al contempo rileva come i partiti si siano nel frattempo rinnovati e “certi personaggi che dettavano legge non ci siano più. Ma la storia – rimarca - non si può negare. Se ci saranno censure, saranno anche verso quel periodo storico in cui sono fatte scelte sbagliate, dalla piazza finanziaria all'investimento in Delta, al mancato accordo con l'Italia nel 2005”, definita dalla Commissione d'Inchiesta “la singola scelta politica più dannosa del decennio”.

Il Psd ricorda, in una nota, di aver fatto di tutto perché quell'accordo venisse firmato. “Unico neo – scrive – fu il Segretario agli Esteri Fabio Berardi, i cui legami sono emersi chiaramente nella relazione sul crack di Banca Cis, e che spiegano il suo scarso entusiasmo”.

È chiaro che le origini di certe situazioni nessuno può negarle” afferma, per il Pdcs, Manuel Ciavatta, “ma è altrettanto evidente – precisa - che la DC di oggi non è quella che ha generato quelle problematiche e che la situazione si è aggravata nei tre anni del precedente Governo, che ha messo in ginocchio il paese. Per la prima volta i cittadini sammarinesi hanno portato fuori i loro risparmi, con le istituzioni gravemente contaminate dai poteri economici”.





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