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Dall’oligarchia alla democrazia partecipata?

5 giu 2012
Dall’oligarchia alla democrazia partecipata?
Dall’oligarchia alla democrazia partecipata?
Chiunque conosca almeno un poco della nostra lunghissima storia, sa bene che la democrazia sammarinese è estremamente giovane e fragile. Il nostro tanto vantato Arengo, la riunione dei capifamiglia che nel Medioevo si radunava periodicamente per decidere come gestire la vita pubblica e che quando la comunità divenne troppo grande rimase con funzione di corpo elettorale per scegliere il Consiglio dei 60, al quale lasciare le proprie funzioni, smise di riunirsi già nel lontanissimo 1571. E sino al 1906, a quel 25 marzo che ancora oggi festeggiamo, non venne più riconvocato. Per 335 anni l’interesse pubblico a San Marino fu gestito da un’oligarchia chiusa su se stessa, da membri delle stesse famiglie che, qualora qualche consigliere decadesse dal proprio ruolo, sceglievano sempre all’interno della cerchia dei loro parenti o amici chi dovesse esserne il successore. 335 anni non si cancellano facilmente e la grande conquista democratica del 25 marzo 1906, quella che portò San Marino ad avere finalmente un primo tentativo di sistema elettorale moderno, durò ben poco. L’ascesa al potere del locale Partito fascista, per tanti aspetti simile a quello italiano, a San Marino fu anche e soprattutto il tentativo della vecchia oligarchia di riprendersi il potere sottrattole pochi anni prima. Il percorso di crescita democratica, iniziato con tanta fatica, subì così un traumatico arresto per
più di vent’anni. Seguirono i dodici anni del governo socialcomunista, conclusisi con i drammatici fatti di Rovereta; una ferita rimossa, una fase della nostra storia recente ancora non sufficientemente studiata nè compresa. Per non parlare della condizione femminile, con le donne sammarinesi che votarono la prima volta tardissimo, nel 1964. I conti sono presto fatti: solo negli ultimi decenni il nostro Paese è giunto a un sistema elettorale in linea con quello delle principali democrazie occidentali. Ma le mentalità sono durissime a sradicarsi e l’approccio paternalistico-assistenzialista della nostra antica politica è rimasto latente, generando nel tempo la forte tendenza a personalismi dominanti e all'accentramento del potere in pochissime mani. Certo, tante sarebbero le riforme istituzionali di cui il paese avrebbe urgente bisogno, ma da un punto bisogna partire. Ecco perchè abbiamo deciso di intitolare la nostra campagna referendaria: 15 anni al massimo! Per provare a sradicare i personalismi. Per spingere al ricambio generazionale. Per spronare a dare il meglio in un periodo concentrato. Per provare ad avere, finalmente, una vera alternanza democratica nella gestione della cosa pubblica. Per ricordare a tutti che la politica non è solo quella che si gioca in parlamento, ma è impegno per la collettività, e se la si pratica con vero spirito di servizio, la si deve portare avanti sempre e comunque, nell’impegno civile di ogni giorno.
Oggi, puoi firmare presso Ufficio di Stato Civile (Centro Uffici), Cancelleria del Tribunale di Stato (Centro Uffici), Studio Avv. Bonelli Andrea - Bonelli Antonella Anna Maria (Via G. Giacomini, 13 - San Marino Città), Studio Avv. Reffi Paolo (Via del Serrone, 62 - San Marino Città), Studio Avv. Pesaresi Mariangela (Via 28 Luglio, 211 - Borgo Maggiore), Studio Avv. Micheloni Silvia (Via Tre Settembre, 89 - Dogana), Studio Avv.Moretti Lorenzo (Via del Serrone, 62 - Murata), Studio Avv. Bugli Paride (Via Cinque Febbraio, 17 - Domagnano), Studio Avv. Cardogna Cecilia ( Via Ca’ dei Lunghi, 191 Borgo Maggiore), Studio Avv. Di Pasquale Fabio (Via L. Cibrario, 25 Borgo Maggiore), Studio Avv. Ercolani Cristina (Strada Caiese, 30 Dogana),Studio Avv. Lonfernini Matteo (Via Oddone Scarito, 84 Borgo Maggiore), Studio Avv. Pedini Marina (Via Ca’ Dei Lunghi, 4 Borgo Maggiore),Studio Avv. Vicari Andrea (Via del Voltone, 72 San Marino) oppure tieniti aggiornato su: www.15annialmassimo.com e su Facebbok, cerca Massimo Quindici, diventa suo amico!

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