Logo San Marino RTV

Decreto Covid: l'Aula si accende su CIG, tutela dell'occupazione interna e strategie di rilancio

di Monica Fabbri
22 mag 2020
Decreto Covid: l'Aula si accende su CIG, tutela dell'occupazione interna e strategie di rilancio

L'attenzione dell'Aula si focalizza sul Decreto Covid che interviene su lavoro e pensioni. Tema caldo, che arriva all'indomani dell'allarme lanciato dalla cdls sui rischi di un'epidemia occupazionale.

Si parla quindi di CIG, aliquote, tutela dell'occupazione interna e ritenuta di solidarietà sulle pensioni. Idee opposte su come affrontare l'emergenza, con diversi emendamenti dell'opposizione, a partire dalle percentuali retributive che chiedono di alzare. Il Governo ribadisce un concetto di fondo: mantenere l'equilibrio di bilancio. Vanno tutelati i lavoratori e non ci sono i mezzi per dare di più. Insomma, si sta prendendo tempo in attesa del rilancio.

Per RF e Libera il problema non si affronta con tagli salariali, la maggioranza li accusa di strumentalizzare l'emergenza. Lo scontro si concentra sull'articolo 3. Sotto la lente il comma che prevede la penalità del 15% nel caso in cui il datore di lavoro non riesca ad ottemperare l'integrazione salariale. L'opposizione chiede di toglierla per non pesare sulle imprese. Nell'articolo è prevista l'esenzione della penalità solo per chi dimostri di non essere in grado di anticipare la somma, sottoponendo a verifica i conti correnti aziendali e personali, anche dei soci. “Grave e pericoloso” – rimarcano Andrea Zafferani e Marica Montemaggi. “Così – avvertono - si viola il principio basilare di separazione fra patrimonio personale e societario”. “Stiamo tornando indietro rispetto ad una visione di uno Stato liberale” - accusa Nicola Renzi. Dalla DC Alessandro Scarano propone un confronto con colleghi e Segretari, per correggere.

Il Segretario Ciavatta ricorda che quell'articolo – nel confronto con le parti - è stato al centro dell'attenzione per due settimane. Difficile – spiega – accontentare tutti. Non si poteva fare altrimenti, “versiamo 9 milioni di euro al mese di contributi. Se diciamo che se l'azienda non paga ci pensiamo noi, nessuna impresa di qui al 31 dicembre verserà nulla. Non c'è liquidità in grado di fronteggiare l'onda d'urto per gli ammortizzatori sociali”. La questione impegna l'Aula e dopo una breve sospensione in cerca di condivisione, il Segretario Lonfernini, pur comprendendo la sottile differenza fra concetto giuridico e politico, chiede all'Aula di fare prevalere quest'ultimo, nell'interesse del paese e di chi ha bisogno di aiuto. “Quanto sostiene il Segretario è una sacrosanta verità” – commenta il consigliere DC Stefano Giulianelli – ma serve una formulazione diversa per non andare in contrasto con il principio generale del diritto societario.

Maggioranza ed opposizione trovano l'accordo e viene depositato un emendamento, poi approvato, che mantiene l'accertamento sui conti correnti ma solo per lavoratori autonomi e ditte individuali. “L'aula – commenta Lonfernini - prevale sempre”. Il dibattito si accende anche su un principio di cui il segretario al lavoro è sostenitore convinto: la tutela dell'occupazione interna attraverso la sospensione delle procedure per l'assunzione nominativa di personale non iscritto alle liste di avviamento.

Punti di vista opposti, con RF che lo giudica illiberale e difende il diritto dell'azienda di poter fare impresa assumendo chi vuole. Accorata la risposta di Lonfernini, che giudica intollerabile siano stati assunti in due anni il 70% di frontalieri di primo e secondo livello, con stipendi bassissimi, a fronte di un un misero 4% di aliquota. Invita a guardare negli occhi i sammarinesi in mobilità, molti dei quali licenziati. La scelta – dice – è quella di lasciare a casa i sammarinesi con contratti più alti, ben 1.200.

Per Libera la liberalizzazione del mercato del lavoro è stata una conquista, e contesta i numeri, “in quel 70% rientrano quei lavoratori prima in nero che abbiamo messo in regola”. Rossano Fabbri parla di ritorno al passato, alle forche caudine della Commissione, alla discrezionalità del Congresso di Stato. “Non mi stupisce la posizione di Lonfernini ma di quella parte di maggioranza silente, che si cela dietro al paravento di una politica riformista”. Alessandro Bevitori non ha dubbi, si sta facendo un torto ai sammarinesi, “perché se le aziende avranno difficoltà a reperire forza lavoro chiuderanno o non apriranno”.

A chi teme ripercussioni nei rapporti con l'Italia, Iro Belluzzi si dice convinto che capirà. In un momento così difficile, in cui si rischia un ridimensionamento della forza lavoro, “era la risposta che serviva a residenti e sammarinesi. Ogni Stato, non in maniera protezionistica, deve preoccuparsi prima dei propri cittadini, come un buon padre di famiglia”. 

Andrea Zafferani mette in guardia: il sistema ha triplicato le assunzioni perché quando le imprese sono libere di agire possono scegliere di restare a San Marino, ma se non garantiamo una libertà economica scontata in tutto il mondo, gli investimenti si riducono e di conseguenza anche i posti di lavoro. I capigruppo di Rete e Dc Matteo Zeppa e Francesco Mussoni ricordano che si tratta di un decreto, non di un progetto di legge, ha insomma natura transitoria e temporanea, risponde all'emergenza e sarà valida fino a dicembre del 2020. In questi mesi di monitoraggio degli effetti del Covid sul mondo lavoro, il provvedimento attuerà una sorta di controllo del mercato interno.

Parole che tranquillizzano solo in parte la minoranza. Eva Guidi chiede a Lonfernini chiarezza sulla reale portata dell'intervento. “Non vorremmo trovarci con una legge in Finanziaria – dice - che proroghi questa misura”.

“E' chiaro che si tratta di un provvedimento straordinario per guadagnare tempo” - le risponde Lonfernini, che spiega di essersi anche mosso sulla base di un programma di Governo che prevede interventi sulla riforma del mercato del lavoro. Però ribadisce: “ripudio quella che ritengo una partita di giro a livello occupazionale”. 

Anche la maggioranza presenta un emendamento, escludendo amministratori, soci e stagionali dalla sospensione delle procedure per l'assunzione nominativa.

Riguardo alle trattenute sulle pensioni, per RF si recupera poco e si invia un messaggio negativo alla popolazione, con ricadute sulla capacità di spesa. Chiede di abrogarlo mentre Guerrino Zanotti di Libera invita a non tenere in considerazione come unico parametro l'importo della pensione ma anche la situazione del nucleo familiare. Il Governo ricorda che sono ritenute di solidarietà richieste ad una parte della popolazione non toccata dai provvedimenti. Roberto Ciavatta fa un paio di conti: "Le percentuali sono talmente basse – chiarisce - da portare un introito per lo Stato di poco superiore ad 1 milione e 200.000 euro. Come paese – conclude – dobbiamo fare una revisione completa delle pensioni".

Si parla anche di Smac Card con la richiesta di Libera di accreditarne parte di stipendi e pensioni per la durata dell'emergenza per incentivare i consumi interni. L'emendamento viene respinto ma c'è la volontà di maggioranza e Governo di potenziare lo strumento in maniera strutturata, superandone i limiti tecnici. Insomma, si interverrà sulla materia.

Ratificato il Decreto, l'attenzione si sposta sul 68, quello sul graduale allentamento delle misure restrittive. L'Aula si scontra su ripartenza e strategie di rilancio, soprattutto in ambito turistico. Un decreto della maggioranza chiede la riapertura, dal 31 maggio, anche delle scuole di ballo.



Riproduzione riservata ©