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Decreto "salva banche": proroga del blocco pagamenti Cis per altri 90 giorni

Eva Guidi, " Liquidazione coatta il peggior scenario per una banca". Ciacci chiede di fare squadra ma per Ciavatta è un decreto " Salva Cis"

di Monica Fabbri
18 apr 2019
Decreto "salva banche": proroga del blocco pagamenti Cis per altri 90 giorni

Il decreto salva banche, duramente criticato dal sindacato, arriva in Consiglio per la ratifica. Si va verso la proroga, per il Cis, della sospensione dei pagamenti per una durata non superiore a ulteriori 90 giorni. Il Decreto Legge, con efficacia fino al 31 luglio 2020, offre garanzie dello Stato – tramite fideiussione - per il rimborso dei finanziamenti a termine concessi dalla Banca Centrale in favore di soggetti vigilati operanti nel territorio sammarinese, anche in regime di amministrazione straordinaria o in liquidazione coatta. All'articolo 4 troviamo, nero su bianco, garanzie dell’Eccellentissima Camera sulle risorse dei fondi previdenziali depositati negli istituti sammarinesi. Eva Guidi rimarca che gli strumenti messi a disposizione sono stati sollecitati da Banca Centrale e tutelano non la banca ma depositanti, risparmiatori e agevolano chi interviene nelle operazioni di salvataggio bancario. Non si interviene – precisa - nell'ambito dei profili di ripatrimonializzazione ma in quelli di liquidità e respinge le illazioni su fantomatici finanziamenti a favore di particolari correntisti. Un accenno, poi, ad una situazione normativa scarna nell'ambito delle crisi bancarie, che prevede l'amministrazione straordinaria e la liquidazione coatta, “il peggior scenario – dice - per una banca”.

“Affermazione sacrosanta”, per Pasquale Valentini, ma “smentita dalla modalità con la quale si è intervenuti nel sistema”. Il riferimento ad Asset è chiaro e i problemi di oggi, per l'opposizione, sono figli di quella scelta. Torna la richiesta, visto il quadro di emergenza in cui ci si muove, di conoscere in che direzione si vuole andare. “ Non siamo contrari a priori ad una proroga, si deve tentare il tutto per tutto per salvaguardare posti di lavoro” – precisa Giancarlo Venturini - “ ma mi sarei aspettato dal segretario alle Finanze quale fosse il reale stato della banca ed un eventuale progetto di rilancio”.

Roberto Ciavatta non ha dubbi, il decreto non è a tutela dei correntisti, né degli interessi dello Stato ma si chiama “salva Cis” e “ salva polo”. “È il secondo decreto – ricorda - che facciamo per quella banca. Dopo l'acquisizione dell'Eurocommercial bank, il Cis ha smesso di pagare i contributi ai propri dipendenti”. I soci non intendono ricapitalizzare. Per il consigliere di Rete bisognava intervenire proprio su questo, aggredendo le loro proprietà e anche quelle di parenti e affini in caso di occultamento di beni. Invita ad accogliere la richiesta della Csu, intervenendo con una legge speciale per sospendere la prescrizione dei cinque anni per reati commessi dai soci delle banche. Tornando al futuro del Cis, suggerisce di ragionare sullo spacchettamento dell'istituto, mettendo da parte crediti buoni e dall'altra la spazzatura, lasciando la bad bank alla proprietà.

Matteo Ciacci però respinge con forza l'accusa di Rete a Governo e maggioranza di voler favorire la cricca amica. “Nessun appoggio da Adesso.sm – dice - semmai siamo quelli che tutelano la vigilanza che ha fatto l'ispezione nella banca di Grandoni, sostenendo questo percorso. La cricca la supporta qualcun altro, non la maggioranza dove c'è Civico 10”. Su un concetto conviene con l'opposizione: “ci siamo stancati che lo Stato sostenga ammanchi o disgrazie patrimoniali di banchieri ma dobbiamo anche rispettare le procedure altrimenti si fa solo populismo e non una politica seria”. Banca Cis – aggiunge - è dei risparmiatori, l'obiettivo è salvaguardare loro e tutelare il più possibile i dipendenti. Chiede di fare squadra. “Non è il momento di alzare la tensione ma tenere la barra dritta. La proposta di Ciavatta di spacchettare è un'ipotesi – dice -su cui lavorare insieme”.

“Non si può chiedere di fare squadra ad uso e consumo. Per farlo servono dati da analizzare” - gli risponde Alessandro Mancini. Negli emendamenti dell'opposizione, si chiede che eventuali finanziamenti o garanzie da parte dello Stato avvengano con delibera del Consiglio a maggioranza qualificata. Mancini invita ad accogliere questo principio proprio nell'ottica di fare squadra. Ricorda, poi, quello che definisce il problema dei problemi, vale a dire uno stato diritto sempre più debole, anche a causa di leggi ad personam fatte dalla sera alla mattina. Preoccupa anche l'onerosità dell'intervento e le ricadute sulle magre casse dello Stato.

“Difficile – dice Iro Belluzzi - votare contro un decreto che dà una seppur minima speranza all'istituto. Ma quali sono le modalità, per quanto lo Stato dovrà intervenire in termini di garanzie?” “Se lo Stato vuole davvero salvare risparmiatori e dipendenti – dice Dalibor Riccardi - si riappropri dell'istituto e faccia azioni di responsabilità in caso di amministrazioni infedeli. Il commissario straordinario, come ha ammesso lui stesso, lavora ancora per la proprietà”. Roberto Giorgetti invita a ragionare sulle cose smettendo di partire da premesse che non esistono. “Palese falsità dire che è un decreto salva Cis”. Se nel paese dovesse fallire una banca e parte dei proprio clienti si vedessero privati dei propri risparmi – dice - avrebbe una ripercussione profonda su tutto il sistema. Il messaggio all'esterno sarebbe devastante, che a San Marino i risparmi non sono al sicuro. La stessa Aasset – ricorda - non è stata fatta implodere né tanto meno fallire. Ecco perché il decreto salva le banche. “Pensavo – conclude - che ci saremmo confrontati come non fare diventare le difficoltà del Cis in crisi di sistema. Il problema non è evitare che qualcuno faccia il furbo ma mettere in campo soluzioni per evitare che situazione della banca si traduca in danno per tutto il paese. Al di là delle antipatie, occorre mettere in campo misure per salvaguardare economia ed equilibrio dello stato".


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