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Dibattito organizzato dai giovani DC

10 giu 2004
Dibattito organizzato dai giovani DC
Il mondo del lavoro e l’economia del Paese al centro della serata dibattito organizzata dai giovani DC. “Ci troviamo di fronte ad un ridimensionamento dell’occupazione” – afferma Marco Beccari - “non tutti gli annuali 150 pensionamenti nella PA vengono sostituiti da nuove forze lavoro. Tuttavia il nostro tasso di disoccupazione è ancora fisiologico”. “I giovani – secondo il Segretario CDLS - dovrebbero puntare su professionalità specializzate, suggerite, secondo il bisogno, dallo Stato stesso. Deve cambiare il modo di studiare e approcciarsi al lavoro. A preoccupare di più attualmente è la regolamentazione di forme di lavoro atipico adottate spesso in maniera distorta”. Dal vicepresidente dell’Anis Eraldo Zafferani una riflessione su come accrescere la competitività di un’impresa valorizzando al tempo stesso il capitale umano. La parola chiave è “formazione”. L’azienda deve saper entrare nelle scuole per trasmettere ai giovani il concetto di responsabilità e creare cultura d’impresa che non è semplice addestramento ad un mestiere. Di tutt’altro avviso rispetto a Beccari sul fatto che sia lo Stato ad indirizzare il percorso di studio dei giovani. Secondo Zafferani i ragazzi devono seguire le proprie attitudini, è il sistema semmai che deve adeguarsi alle esigenze, creando prospettive di lavoro. Dal Segretario alle Finanze Mularoni uno sguardo alla situazione economica del Paese. La ricetta per il cambiamento si basa su interventi alla fiscalità, su nuove forme d’incentivazione dell’impresa, senza abbandonare i settori tradizionali della nostra economia come commercio e turismo, campi che necessitano comunque di una mentalità imprenditoriale. In più, uno sviluppo del sistema bancario che si possa confrontare con regole condivise e credibili in ambito internazionale, una pubblica amministrazione più efficiente con un elevato livello di formazione ed il superamento dell’attuale sistema concessorio che richiede tempi troppo lunghi per fare impresa. Tutto ciò – ha concluso – non può prescindere da una mirata riforma del lavoro.

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