Dim apre le porte alla firma dei referendum

Dim comincia la raccolta firme per i referendum dalle 17 e 30 di domani, alla propria sede. Due i quesiti: per la gestione pubblica delle reti Aass e per vietare, per legge, la conversione del credito di imposta in debito pubblico.

Servono oltre mille firme da raccogliere in 2 mesi. E Dim si prepara a tornare nelle piazze. Il referendum, rimarca, è la massima espressione di democrazia diretta e firmare è un dovere civico. "Bisogna riacquistare il senso di cittadinanza", puntualizza Matteo Zeppa, "i referendum servono a questo".

Due i quesiti, entrambi propositivi. Si chiede di sancire per legge la gestione pubblica delle reti e delle infrastrutture dell'Azienda di stato per i servizi – acqua, luce, gas e telecomunicazioni – per mettere in sicurezza, sottolinea Dim, i gioielli di famiglia. Non solo la proprietà ma anche la gestione deve essere fatta dallo Stato.

L'altro referendum chiede di stabilire per legge il divieto di convertire il credito di imposta concesso al sistema bancario e finanziario, in debito pubblico a carico dei cittadini. La materia è tecnica ma il principio, afferma Dim, è facile da spiegare: “con il credito di imposta deciso in una domenica sera di luglio, il Paese si è trovato con 200 milioni di debiti in più”

Sonia Tura

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