Dim pronta al referendum su FMI, fondi pensione, credito d'imposta e privatizzazione Azienda Servizi

Voci si rincorrono e alimentano timori in un caldo agosto in cui, “mentre la cittadinanza è distratta, nelle segrete stanze della politica si lavora intensamente”. Matteo Zeppa va subito al punto: “abbiamo la certezza che stia accadendo qualcosa”. Chiama in causa uscite pubbliche di esponenti di maggioranza e Governo sul sistema bancario e accusa: “i dati li hanno ma non li condividono. E' su quelli che si fa sistema”. Ma per Dim cosa bolle in pentola? I suoi timori riguardano: conversione del credito d'imposta in titoli di debito pubblico; utilizzo dei fondi pensione per salvare le banche; indebitamento con il Fondo Monetario; privatizzazione dell'Azienda dei Servizi. Emanuele Santi avverte: “siamo pronti a dare la parola al popolo”.

Nel mirino il possibile ricorso al Fondo Monetario. "Non è un ente caritatevole. Non presta, fa investimenti”, spiega Roberto Ciavatta. “Se gli chiediamo 250 milioni dobbiamo restituirgliene 25 all'anno con gli interessi”. Ricorda la missione di febbraio: "E' stato chiarissimo, il buco di Cassa andava ricoperto subito e tutto il paese doveva essere d'accordo. Se il Governo ha intavolato un rapporto lo ha fatto sulla base di menzogne. Siamo talmente in disaccordo che attiveremo percorsi referendari”. “Non si negozia con il Fondo - ribadisce Marianna Bucci - “conosciamo le conseguenze delle sue ricette, la storia insegna”. Ma c'è un'alternativa: “trattare con Roma”. “L'Italia – dice Dim - è il nostro partner, ha tutto l'interesse che San Marino non diventi una polveriera pronta ad esplodere”. “O non interessa – ipotizza Zeppa - o servono approdi in altri lidi”. “E' stato invertito l'ordine democratico” – tuona Alessandro Rossi - “Il governo anziché governare con leggi lo fa con decreti, ci toglie gli strumenti per dialogare. E' una dittatura finanziaria per mettere il paese nelle mani degli strozzini internazionali senza chiedere nulla a chi ha provocato danni”. C'è poi la questione dei crediti d'imposta: “basta aiuti statali a banche private – dice Santi - che i soci mettano mano al portafoglio”. E sui rischi di una privatizzazione dei servizi di AASS, “non retrocederemo di un millimetro” - promette Ciavatta, che si augura la mobilitazione delle forze sociali.

Sentiamo Emanuele Santi, Mdsi

MF

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