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Il discorso del Nunzio Apostolico

1 apr 2013
Il discorso del Nunzio Apostolico
Ecc. mi Capitani Reggenti Sig.ri Antonella Mularoni e Denis Amici,
Signor Segretario di Stato per gli Affari Esteri,
Signori Ambasciatori e Membri del Corpo Diplomatico e Consolare,
Signore e Signori,
il Corpo Diplomatico accreditato presso la Serenissima Repubblica di San Marino, in questo primo giorno di aprile, inizio del mandato delle loro Eccellenze Antonella Mularoni e Denis Amici come Capitani Reggenti, porge loro un deferente saluto a nome suo personale e dei rispettivi Capi di Stato e di Governo, che questo Corpo Diplomatico ha l’onore di rappresentare.
Questa Rappresentanza di Diplomatici oltre al saluto desidera formulare gli auguri per un fruttuoso lavoro degli Ecc.mi Capitani Reggenti per il “bene comune” del popolo Sammarinese.
Quel “bene comune” che, ancor oggi, molti popoli sentono lontano dalle preoccupazioni delle loro guide politiche, le quali si fermano piuttosto su di un dibattito politico e a volte non del tutto seriamente sui problemi reali delle famiglie: lavoro, casa, giovani, scuola, sanità e anziani.
Quel “bene comune” che, inteso per lo più come “l'insieme di quelle condizioni della vita sodale che permettono, tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente”, dovrebbe poi essere definito nelle sue forme concrete senza prescindere dalle scelte realizzate in conformità alle situazioni storiche.
Tradizionalmente, di queste forme concrete l’impegno per la condotta sociale dovrebbe essere indissolubile dall’impegno etico sul piano personale e nel rapporto con i cittadini. La persona, poi, preposta alla realizzazione del bene comune, dovrebbe seguire la massima formulata dai ragazzi della scuola di Barbiana: “Appartenere alla massa e possedere la parola”: essere cioè vicini alla gente, ascoltandone i problemi, farsi voce delle istanze di giustizia di chi non ha voce e sostenerle.
Sempre sul piano della tradizione, inoltre, nel servizio al “bene comune” occorre saper accettare la gradualità necessaria al conseguimento delle mete: la logica "populista" del "tutto e subito" ha spesso motivato promesse non mantenute. Ogni scelta fatta in vista del “bene comune” non va misurata sulla sola efficacia immediata, ma soprattutto sulla sua valenza e il ruolo educativo al sevizio di tutti.
Quanti ci hanno preceduti, infine, sottolineano che chi intende operare per il “bene comune” deve considerare come scopo del suo servizio il bene di tutti, anche degli “avversari politici”, che perciò non vanno mai esclusi; al contrario vanno visti come garanzia di confronto critico in vista del discernimento delle vie migliori per giungere alla realizzazione della dignità personale di ciascuno.
Del resto come si può parlare di “bene comune” di fronte all’agire di un’Autorità - come ci è dato di vedere ancor oggi in alcuni Paesi del mondo - la quale, chiusa in una visione serrata del proprio egoismo, della propria sete di potere, del bene della sua sola famiglia, non esita a seminare la morte in mezzo al suo stesso popolo, non curandosi neppure di donne e bambini, preoccupata unicamente della propria egemonia? In questo caso non si può più parlare di “bene comune”, ma unicamente di una coscienza offuscata da interessi personali e ideologie basate unicamente sull’egoismo del singolo o del gruppo, che coscientemente o incoscientemente si assume delle grandi responsabilità.
Di fronte a situazioni del genere, dominate piuttosto dalla “legge della foresta” che dall’umanizzazione di un mondo “globalizzato”, sorge la necessità per l’umanità di:
guide intelligenti, con principi etici ben chiari, dotate di tanto buon senso anche se prive di titoli accademici, ricche di saggezza popolare, con una cultura basata specialmente sulla semplice onestà.
E’ stata seguita con vero piacere e ammirazione in quest’ultimo semestre la vita della Serenissima: nelle scelte cittadine ha dato prova di maturità e soprattutto ha puntato su una “stabilità” proprio per far prevalere il “bene comune”.
Ecco allora gli auguri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Repubblica di San Marino oggi qui riunito: che il mandato delle loro Eccellenze, i Signori Capitani Reggenti Antonella Mularoni e Denis Amici, contribuisca sempre più alla realizzazione del “bene comune” del caro popolo sammarinese.

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