Domani le consultazioni al Quirinale, dal Pd timida apertura

Alla vigilia delle consultazioni col presidente della Repubblica per provare a formare un nuovo governo, arriva l'apertura del Pd che assicura di voler ascoltare le parole di Mattarella.

Prima era un no deciso a qualsiasi tipo di accordo con M5S e centrodestra, oggi è un'apertura, per quanto timida, e per ora limitata solo ad ascoltare quanto dirà il presidente Mattarella. Maurizio Martina ha puntualizzato che il Pd “non farà da stampella a Salvini e alla destra, perché ci sono punti sostanziali di merito che fanno la differenza. Naturalmente – ha aggiunto – ascolteremo Mattarella e capiremo se nelle settimane a venire ci saranno indicazioni. Non siamo insensibili al suo lavoro delicato”, ha concluso poi. Anche coi 5Stelle, come sempre, ci sono distanze.
Ma anche tra Di Maio e soci e il centrodestra le differenze non mancano, coi primi che continuano a porre il veto sulla presenza di Berlusconi. Risponde piccato Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo: “Forza Italia è Berlusconi. E senza Forza Italia non si fa alcun governo. Parlare con noi senza coinvolgerlo è un periodo ipotetico dell'irrealtà”, e aggiunge infine, “La forza di maggioranza relativa è la coalizione di centrodestra. Le elezioni le abbiamo vinte noi, non i 5Stelle”.
Dopo le consultazioni coi presidenti di Camera e Senato, domani mattina, i partiti maggiori saranno ricevuti giovedì, inizierà il Pd alle 10, seguito da Forza Italia alle 11 e dalla Lega alle 12. Ultimo, alle 16.30, il gruppo del M5S che a sua volta ha indetto una riunione congiunta di deputati e senatori. Difficile però che possa essere sufficiente un solo giro di consultazioni al Quirinale.

Francesca Biliotti

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