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Elezioni, tanti big perdenti all'uninominale ripescati grazie al proporzionale

6 mar 2018
ElezioniIn Italia hanno perso nei collegi uninominali, parecchi deputati e senatori sono stati ripescati
In Italia hanno perso nei collegi uninominali, parecchi deputati e senatori sono stati ripescati - C'è chi non vede un governo coi due vincitori, M5S e Lega.
In Italia hanno perso nei collegi uninominali, ma parecchi deputati e senatori sono stati ripescati col proporzionale. Intanto c'è chi non vede un governo coi due vincitori, M5S e Lega.

Perdenti all'uninominale, ma ripescati grazie al proporzionale. Alcuni deputati e senatori dimostrano di avere sette vite, e grazie ai complicati calcoli del proporzionale entreranno lo stesso in Parlamento, pur avendo perso la sfida nei collegi uninominali. Uno dei casi più eclatanti è quello di Vittorio Sgarbi, Forza Italia, che aveva preso solo il 20% rispetto al 63% del rivale Luigi Di Maio, e che è stato ripescato, insieme a Adriano Galliani e a Micaela Biancofiore che aveva perso contro Maria Elena Boschi. La Lega ripesca Roberto Calderoli e Tony Iwobi, nigeriano, che diventa così il primo senatore nero della storia: ha idee chiare sull'immigrazione.
Ripescati anche Pietro Grasso, Laura Boldrini, Pierluigi Bersani per Liberi e Uguali, mentre restano fuori Massimo D'Alema e Pippo Civati. Per il Pd, si salvano i ministri Franceschini, Fedeli, Pinotti e Marco Minniti che pure aveva perso il collegio uninominale contro un 5Stelle già dimesso. In attesa di sapere cosa sarà del Pd, che nelle ultime ore ha acquistato un pezzo, il ministro Calenda, il cui tesseramento è stato salutato con estremo favore dai colleghi di governo, c'è chi non vede proprio un esecutivo formato dai due indiscussi vincitori delle elezioni, ossia M5S e Lega.
L'Italia è comunque spaccata, al nord c'è chi sogna la flat tax e tasse più basse, imprenditori in testa, al sud chi fa il tifo per provvedimenti più assistenzialisti come il reddito di cittadinanza, targato 5Stelle.

Francesca Biliotti

Nel video l'intervista a Giovanni Orsina politologo Università Luiss

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