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Festa Amicizia: per Beccari e Mina il Pdcs non deve cambiare nome e simbolo

23 ago 2015
Festa Amicizia: per Beccari e Mina il Pdcs non deve cambiare nome e simboloFesta Amicizia: per Beccari e Mina il Pdcs non deve cambiare nome e simbolo
Festa Amicizia: per Beccari e Mina il Pdcs non deve cambiare nome e simbolo - Dibattito sui cattolici in politica: Renzi (AP) e Podeschi (UPR) puntano su "#Repubblicafutura"
Questa sera a Serravalle si conclude la 42esima edizione della festa dell'Amicizia. Alle 21 il tradizionale comizio del Segretario Marco Gatti. Ma vediamo ora come è andato il dibattito politico di ieri incentrato sull'impegno dei cattolici nel tempo di crisi della politica.


Per i democristiani Luca Beccari e Alice Mina il simbolo e il nome del Pdcs non si toccano. “Non è una storia finita” ha detto la presidente dei giovani del partito, mentre per Beccari “la questione fondamentale non è quella di cambiare simbolo, ma rinnovare le motivazioni che hanno mosso l'azione dei cattolici”. Sullo sfondo il dibattito di questi giorni suscitato dalle dichiarazioni del capogruppo di Alleanza Popolare Venturini che ha caldeggiato il progetto “#Repubblicafutura”.
Per il coordinatore di Ap Nicola Renzi il nuovo contenitore di centro dovrà superare l'esistente, compresi sigle e simboli, ed è una proposta aperta anche alla Dc. Sulla stessa linea Marco Podeschi dell'Upr che insieme ad Ap condivide l'orizzonte di “#Repubblicafutura” per costruire percorsi comuni a partire da progetti concreti.
Maria Luisa Berti, segretario di “Noi Sammarinesi” non crede che “la soluzione possa essere un contenitore precostituito, ma un progetto che condivida obiettivi e metodi”.
L'ex Upr, ora indipendente William Giardi, ha spiegato che la sua fuoriuscita dall'Unione per la Repubblica è stata la conseguenza delle mancate risposte rispetto alla preoccupazione che il dialogo tra Upr e Ap sfociasse in un movimento di tipo populistico.

l.s.

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