Festa non autorizzata, Gian Nicola Berti (NpR) si difende: “Ritengo di non avere fatto nulla di sbagliato”

Festa non autorizzata, Gian Nicola Berti (NpR) si difende: “Ritengo di non avere fatto nulla di sbagliato”.

Alla pubblica ammenda dei due Consiglieri di Rete Alberto Giordano Spagni Reffi e Gloria Arcangeloni, segue oggi la nota di Gian Nicola Berti, Consigliere di Noi per la Repubblica, anch'egli coinvolto negli ormai famigerati fatti di via Giacomini. “Se finora ho taciuto, - spiega - nonostante le favole che ad ogni nuovo capitolo diventano sempre più creative, è perché ritengo di non avere fatto nulla di sbagliato”.
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Berti fa sapere che nel tardo pomeriggio del 1° aprile si trovava in Via Gino Giacomini insieme ad alcuni miei familiari, “rientravamo a casa – scrive - e ci siamo fermati in chiacchiere riconoscendo degli amici. Una giornata di festa nazionale in cui gli esercenti della macelleria, che lavoravano in preparazione dell’apertura del giorno dopo, ci hanno fatto assaggiare alcuni dei loro squisiti prodotti. In quel magazzino, in cui si sarebbe verificato il fantomatico festino, ci potrebbero entrare non più di cinque persone. Tutto si è svolto all’aperto, distanziati e con le mascherine. Forse ho sbagliato nella mia percezione? - si chiede - Credo che questa valutazione competa alle autorità proposte".

Rivela poi che sino ad oggi non gli sono state sollevate contestazioni, quantomeno in loco. "In ogni caso risponderò - scrive - delle eventuali sanzioni amministrative come prevede la legge, al pari di quanto accadrebbe a qualunque altro cittadino”. Berti punta quindi il dito sugli “avversari politici che con i loro giornali speculano su fatti immaginifici trasformandoli in “contagiose” verità, facendo leva sulla stanchezza di tutti i cittadini che, mentre continua a salire il conto dei morti e dei contagiati dal Covid, avrebbero tutto il diritto di arrabbiarsi per presunti festini organizzati da chi dovrebbe dare il buon esempio”.

Il Consigliere di NpR chiede infine “sinceramente e pubblicamente scusa” ai propri familiari e alle persone della Macelleria del Corso, “per quanto sono stati costretti a subire per via del ruolo politico mio e di qualche Collega Consigliere”, “un’onta mediatica sproporzionata rispetto ai fatti”. “Ai miei concittadini – conclude - chiedo parimenti scusa soprattutto perché sono sinceramente dispiaciuto per quanto sia caduto in basso il livello della politica”.
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