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Finanze: Rete cerca solo visibilità

17 giu 2016
Giancarlo Capicchioni
Giancarlo Capicchioni
Quelle di Rete sono accuse strumentali. Così la Segreteria di Stato per le Finanze replica alle accuse del Movimento rete circa la presunta mancata risposta alla loro interpellanza. La legge, sottolinea la nota, definisce in maniera precisa l’ambito all’interno del quale deve esprimersi la prerogativa del Consigliere nel presentare interpellanze e interrogazioni al Governo e, anche conseguente, rispetto al quale quest’ultimo è tenuto a riferire. Il caso presentato riguardava Enti indipendenti che pongono in essere atti di gestione autonomamente e mediante propri organismi, come prescritto dalle norme. Quindi , rimarca la Segreteria finanze, il governo ha risposto nel rispetto delle norme e delle prerogative delle istituzioni. Rispetto alla reperibilità del bilanci richiesti, essendo pubblici, si è rimandato all’attivazione delle normali procedure, come per qualsiasi società e, ad altri punti dell’interpellanza, si è risposto in ottemperanza a quanto prescritto dalla legge che disciplina l’attività bancaria e finanziaria, secondo la quale è precluso conoscere e quindi fornire informazioni circa l’esercizio dell’attività di vigilanza sul Sistema Bancario. In relazione ai dati sull’andamento della Voluntary Disclousure, prosegue la nota, sono stati richiamati i termini sui periodici aggiornamenti concordati con i capigruppo e consiglieri indipendenti e rispettati dalla Segreteria di Stato per le Finanze. Alla richiesta di conoscere la ripartizione del collocamento dei titoli di stato, è stato fornito il dato per categorie. Come spesso accade, conclude la nota delle finanze, l’interpellanza non è usata come strumento conoscitivo delle motivazioni circa le decisioni del governo e della sua politica, ma è utilizzata in funzione della visibilità politica. 

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