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Firmatari chiedono convocazione Consiglio

10 ago 2004
Firmatari chiedono convocazione Consiglio
Lo chiedono a gran voce 38 firmatari, fra cui 15 consiglieri, non solo di opposizione, ed esponenti di forze politiche e della società civile. Una rappresentanza ha consegnato alla Reggenza l’esposto con il quale si ripercorrono alcune tappe contestate che hanno segnato in questi ultimi mesi la giustizia e denunciato una fase molto pesante del rapporto fra politica e magistratura. Nell’atto i firmatari segnalano quello che per loro è un indegno tentativo di usare leggi, giudizi, procedure e recenti riforme istituzionali – si legge testualmente – all’unico scopo di favorire alcuni uomini politici ed ostacolare il regolare corso della giustizia. Presentando l’esposto ai giornalisti non usano mezzi termini e parlano di un’aggressione in atto da parte del potere politico per imbavagliare la magistratura, piegarla ai propri interessi, e di giudici che dimostrano di assecondare questi intendimenti. Un tentativo inaccettabile contro il quale intendono battersi in ogni ambito, ricorrendo se necessario anche agli organismi internazionali, come Unione Interparlamentare e Consiglio d’Europa. In dieci pagine ripercorrono i passaggi di un procedimento giudiziario specifico, quello sul ritiro della patente e le recenti decisioni dell’esecutivo sull’adeguamento del compenso ai tre conciliatori e quelle del consiglio giudiziario sulla conferma dei commissari della legge Buriani e Ceccarini. Strumentale, a loro giudizio, l’atto con il quale il giudice Ceccarini ha chiesto il parere del collegio garante sulla opportunità di giudicare il collega Buriani, indagato per intimidazione del teste chiave del procedimento. Una procedura che, di fatto, ha sospeso anche il procedimento sulla vicenda della patente. I firmatari dell’esposto denunciano forti pressioni e squallide manovre da parte di esponenti della Dc e del partito socialista e di interventi che ostacolano il corso della giustizia. Senza giri di parole chiedono le dimissioni immediate del Segretario Francini e del Commissario della Legge Vittorio Ceccarini, unico sbocco – dichiarano – della vicenda. La situazione – aggiungono – è molto grave: alla commistione tra politica ed affari si aggiunge quella tra politica e magistratura. Il rischio è quello della paralisi del sistema giudiziario e questo non vogliamo che accada. Di qui – spiegano – anche la trasversalità dell’iniziativa, che oltre ad esponenti delle forze di opposizione vede la firma di rappresentanti del partito dei Democratici e della Democrazia Cristiana. Martedì l’esposto sarà consegnato anche al magistrato dirigente del tribunale, ai membri del Collegio Garante per la costituzionalità delle norme, all’ordine degli avvocati e notai

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