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Giochi della sorte: la relazione del segretario alle finanze Stefano Macina

18 mag 2007
Giochi della sorte
Giochi della sorte
Tre le convenzioni stipulate: San Marino Giochi, Gamble&Gamble (meglio nota come Mietere) - scadenza l’11 marzo 2008 - e Bet Games che scade il 6 marzo del prossimo anno e che in questi giorni ha presentato un progetto aziendale per l’avvio dell’attività. Due quelle operanti: San Marino Giochi, 92 dipendenti, che per il 2006 verserà imposte pari a 7milioni 400mila euro e la Gamble&Gamble, 17 dipendenti e 900mila euro di tasse stimate. Tre le società che risultano operanti come noleggiatori di apparecchi da intrattenimento automatici e premi in denaro. Sono Gioca Games, Titancompany e San Marino Games. Pagano ogni anno una imposta speciale di mille euro per apparecchio e questi sono oltre 70.
Dopo aver fornito le cifre il Segretario di Stato per le finanze ripercorre le tappe seguite dalla maggioranza, dalla legge del 2006 che ha istituito l’ente di stato dei giochi fino all’emanazione dell’avviso per la presentazione delle candidature per partecipare nella conduzione delle sale dei giochi della sorte. I fatti, scrive Stefano Macina, sono che i dipendenti non hanno perso un giorno di lavoro, che il Collegio Garante ha giudicato conformi le leggi e i decreti emessi con la costituzione dell’Ente di Stato per i giochi, che la San Marino Giochi non ha più la conduzione della sala di Rovereta, che l’Ente di Stato ha un contratto per i 5 anni previsti dalla legge con il vincolo di rinegoziarlo. In questo contesto, sottolinea, si è inserita la polemica sul Paese dei giochi e la Cogetech che, dopo una durissima battaglia politica interna ha ritenuto assenti le condizioni per fare impresa ed operare con tranquillità.
Il Segretario per le finanze conferma che alle tre autorizzazioni rilasciate da altri governi, si aggiungeranno quella di Città ed eventualmente un'altra legata a un grande progetto alberghiero. La presenza di più sale con una pluralità di soggetti rappresenta, secondo Macina, uno degli antidoti al rischio che vengano acquisite posizioni improprie di potere. In coerenza con gli indirizzi dati agli enti pubblici di ricercare fonti di finanziamento proprie – precisa - si è ritenuto utile coinvolgere la Camera di Commercio, il Cons, il Convention e Visitors Bureau di prossima costituzione.
Il Segretario alle finanze spiega i 2milioni 900mila euro data alla giochi San Marino a fronte di una richiesta di 4milioni e mezzo presentata, sulla base dell’andamento degli introiti. Questa spesa, sottolinea, potrà essere riassorbita in 12/18 mesi. La ricerca di una strada alternativa avrebbe portato ad almeno 6 mesi di inattività, più altri 6 per il riavvio, con una perdita per lo Stato di oltre 6 milioni di euro. Quelli compiuti dalla Giochi San Marino sono atti che appartengono alla normale gestione di una società privata e, conclude Macina, per queste operazioni lo Stato non ha fatto ricorso a nessun mutuo o capitolo di bilancio, fatta eccezione del capitale sociale.

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