I giovani del Patto dicono basta a una politica fatta di poche persone che decidono

In Consiglio Grande e Generale ci sono da un anno, e una volta capite le dinamiche della politica hanno considerato che così com’è non gli piace. Fanno parte del Patto e con fedeltà ne condividono il percorso ma non vogliono paraocchi: alla politica chiedono di più e hanno deciso di dirlo con forza. Matteo Fiorini, Andrea Zafferani, Teodoro Lonfernini e Alessandro Scarano appartengono a ad Alleanza Popolare e alla Democrazia Cristiana; partiti contrapposti per 15 anni ma pensano sia arrivato il tempo di scavalcare le barricate e invitano altri a fare altrettanto. Parlano di maturazione, di progettualità, di rinnovamento. “Non è una questione di teste da tagliare – dichiarano – ma di un nuovo metodo che si deve affermare”. Basta con una politica fatta di poche persone che decidono, di azioni di piccolo cabotaggio, di un ruolo sminuito del Parlamento per il quale invocano invece maggiore dignità. Le loro sono voci fuori dal coro e non esitano ad usare anche toni critici. Non hanno gradito la scelta del Governo tenere riservati i termini degli accordi con l’Italia. “Lì – dichiarano – c’è scritto il futuro dei prossimi 20 anni e dobbiamo conoscerli fin nei minimi dettagli, essere informati”. Chiedono progetti di lungo respiro, linee di indirizzo, investimenti per il futuro. Le idee le hanno chiare: pensano che l’Università debba crescere, il turismo vada valorizzato e qualificato, la formazione dei giovani, di cui sentono parlare da anni, realizzata concretamente. Propongono fondi dedicati nei bilanci delle aziende pubbliche. Vorrebbero che la legge sugli ammortizzatori sociali comprendesse un capitolo in proposito, per approfittare del periodo di crisi e accrescere la professionalità dei lavoratori. Sanno i rischi che corrono ma hanno un obiettivo: il cambiamento, e lo vogliono adesso.

Sergio Barducci

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