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Il governo incontrerà i vertici del Tribunale per risolvere il rischio ingorgo per il processo SMI

8 lug 2011
Il governo incontrerà i vertici del Tribunale per risolvere il rischio ingorgo per il processo SMI
Non diventerà un caso politico quello dei ricorsi contro la rogatoria sui clienti italiani della SMI, la finanziaria del conte Enrico Maria Pasquini, indagato per riciclaggio. Dopo l’ennesimo ricorso e richiesta di ricusazione, presentata al giudice di terza istanza Lamberto Emiliani, la magistratura ha chiesto l’intervento dei Segretari di Stato alla giustizia, agli esteri e alle finanze, ai quali ha girato le copie delle ultime sentenze. "Lunedì ne parleremo in Congresso di Stato - anticipa Pasquale Valentini - ma soprattutto ci confronteremo direttamente con il tribunale per stabilire le azioni da fare". Con le tre sentenze depositate, il giudice Emiliani ha detto no ai clienti della finanziaria che tentavano di opporsi alla trasmissione di documenti alla Procura di Roma. Come già aveva fatto il 2 marzo, ha confermato che la rogatoria va eseguita. Il rischio però e che si crei un ingorgo in tribunale perché i clienti interessati sono 1.452. Il Tribunale sammarinese, una volta ammessa la rogatoria che chiedeva di far luce sui conti SMI, ha dovuto in base alla legge vigente – poi emendata alla fine dello scorso anno – notificare a tutti coloro che avevano rapporti con la finanziaria, l’esistenza dell’indagine in corso. Ad oggi, mancano ancora più di 1.000 notifiche e probabilmente altrettanti ricorsi. "La sentenza di Emiliani fa chiarezza", sottolinea Valentini. "Vedremo se ci sono problemi di gestione da risolvere". Nel pomeriggio di lunedì era già in programma un incontro con il tribunale, in vista del prossimo rapporto Moneyval.

Sonia Tura

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