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Governo: sfide e obiettivi dei futuri Segretari

La maggioranza punta al cambio di metodo mentre l'opposizione critica la presenza in Congresso di due Segretari rinviati a giudizio

di Monica Fabbri
7 gen 2020
Governo: sfide e obiettivi dei futuri Segretari

Nel comma sul programma di Governo prendono la parola i dieci consiglieri che, in questa seduta, giureranno da Segretari di Stato.

Ad illustrarne i contenuti Luca Beccari. Equilibrio dei conti pubblici e rilancio: un'equazione non facile, “ma non siamo più nella modalità della gestione dell'emergenza – spiega il futuro Segretario agli Esteri - servono politiche di prospettiva, lungimiranti”. A fare la differenza, il metodo: in risposta al periodo di scollamento sociale viene assicurato confronto e concertazione. L'Aula dovrà tornare al centro dell'attività politica, “senza elementi esterni a dirigere le strategie per il paese”. Massima attenzione poi alla parte legislativa dopo anni di eccessiva produzione normativa che – dice - ha reso il sistema inefficiente. In merito alla politica estera, sì a relazioni internazionali ma preservando la propria sovranità, sfida tutt'altro che scontata. Fondamentale il rapporto con Italia e Unione Europea. Si andrà avanti nel percorso di associazione “ma nella massima trasparenza. E' una scelta del paese, non di una singola Segreteria o del Governo”. Continuerà anche l'allineamento agli standard internazionali, ma rivendicando il principio di proporzionalità. “Perché regole valide per grandi Stati – afferma – non sempre sono applicabili ad un'economia come la nostra”.

La Consapevolezza delle difficoltà non sia un pretesto – dice Elena Tonnini - per interventi non calibrati. Non solo occorre fare, ma fare bene”. Il futuro Segretario agli Interni parla della Pa come mondo da sempre considerato ingessato e complesso, “è più facile – afferma - non sottostare a regole e controlli che rendere efficiente la macchina pubblica”. Se la semplificazione è la via maestra, su tagli al personale chiarisce subito che la pa non è un'azienda, non è come gestire un'impresa. “Occorre valutare– spiega – l'impatto degli interventi, ad esempio sulla capacità di spesa delle famiglie”. Il Programma, quindi, non si concentra sulla spending come tagli ma su obiettivi da realizzare.

È il turno di Federico Pedini Amati, che conta di fare tornare il turismo un volano economico. Indispensabile un cambio di mentalità in un settore troppo diviso. “Se non si pensa al paese come cosa sola – avverte - nulla potrà funzionare”. Anche nelle sue parole l'attenzione al metodo, “ mi confronterò, ascolterò tutti. Ma alla fine deciderò. Anche a rischio di sbagliare”. Tra le criticità, le note negative per Expo 2020, “gravi negligenze – spiega – hanno provocato ritardi enormi”.

Fabio Righi guarda ad interventi saranno organici, concatenati tra loro. Anche lui, pronto a giurare come Segretario all'Industria, punta ad un nuovo modo di fare politica. Sarà il Governo del confronto, ecco perché nel programma – dice – non ci sono interventi precisi ma obiettivi. “Paese, cittadini, associazioni di categoria e liberi professionisti non si meritano un compitino da correggere che non tenga in considerazione limiti di applicazione e risvolti pratici”. Si parte quindi da un foglio bianco, da scrivere insieme. Anticipa interventi di due ordini: strutturali e di prospettiva. Primo passo: un sistema adeguato all'attività economica, per facilitare l'impresa. Poche leggi, ma fatte bene. La competitività, inoltre, passa dal sistema giudiziario. “Serve una giustizia efficace, celere nella risoluzione delle controversie. Certi costi – spiega - devono diventare prevedibili”.

Teodoro Lonfernini mette in guardia: il paese si trova davanti ad un'ultima chiamata. Attacca l'opposizione fino a ieri maggioranza, “avete fallito accecati dalla gestione del potere. Lavoreremo fin da subito per ricostruire un paese in frantumi, anche più pesanti del dopoguerra. Ricostruzione – precisa – che non va confusa con restaurazione che qualcuno vede laddove non esiste”. Oggi – continua - nasce un governo politico, ampiamente rappresentativo. Il forte mandato deve garantire che il tempo di politici burocrati e troppo interessati è terminato”. Dal Segretario al lavoro in pectore un impegno: l'aumento dell'occupazione.

Poi Marco Gatti su Finanze e Bilancio, “la cenerentola di questa legislatura”, commenta. Dovrà lavorare al rilancio di un sistema economico che ha grandi potenzialità nel momento in cui saprà cogliere le sfide. In materia fiscale: “non è in discussione – dice – il sistema di tassazione ma bisogna rivedere il sistema degli incentivi”. Riguardo all'Iva – nodo ancora da sciogliere - andrà tenuto conto delle peculiarità di una piccola Repubblica. Altra priorità la gestione autonoma delle dogane. Grande inoltre l'attenzione al debito pubblico: “la scelta – spiega – è già presa. Occorre decidere come gestirlo”. Ecco la strada: diversificare le fonti di finanziamento. No – quindi – a un unico interlocutore. Riguardo, invece, agli npl, si guarda ad un veicolo nazionale pubblico che li gestisca. Risponde a chi accusa la maggioranza di aver dato poco spazio ad azioni responsabilità. Il Governo non nasce per essere giustizialista. Ci sono organismi giurisdizionali cui spetta appurare responsabilità. Non vogliamo essere quelli che intendono ricercarli anche quando non ci sono”

Roberto Ciavatta chiarisce: “non abbiamo accettato la Segreteria alla Sanità. L'abbiamo richiesta”. Non sottovaluta la sfida. L'ospedale costa ogni anno 80 milioni di euro alle casse dello Stato. Da tempo il bilancio non viene approvato. “Prioritario fare quindi chiarezza per creare punto zero”. La sostenibilità dell'istituto non verrà però ricercata con tagli alle spese. Si cercherà, al contrario, di ottimizzare l'esistente. Poi, sotto la lente: racket delle badanti; controlli costanti sulle prestazioni; rivalutazione della legge sulla dirigenza medica. Quanto alle nomine a scadenza, “non intendiamo – dice - operare sull'onda dell'urgenza. Vaglieremo lo stato dell'arte, per individuare le figure più adatte per rispondere alle necessità.

Andrea Belluzzi, pronto ad insediarsi alla Segreteria ad Istruzione e Cultura, mette al centro gli studenti. “Mi scusino gli insegnanti – dice - ma lo sforzo per garantire la formazione non è per loro ma per i destinatari dell'insegnamento”. Sul calo delle natalità riflessioni sono opportune, ma le scelte non saranno imposte, bensì partecipate”. Nel metodo l'invito al dialogo con l'opposizione, ridando al consiglio il suo ruolo centrale: Il Governo deve essere mero esecutore del mandato politico dell'aula”.

Stefano Canti si concentra sul nuovo prg, e anche lui assicura massimo confronto: "Un progetto di tale portata deve trovare la condivisione di tutta la comunità”. Nel nuovo piano di gestione del territorio, la vera sfida – spiega – è stabilire il giusto equilibrio fra esigenze economiche e tutele ambientali. Obiettivo prioritario: semplificare la normativa abrogando e riformando alcune leggi come Testo Unico e sanatoria edilizia.

Fondamentale ristabilire coesione sociale anche per Massimo Andrea Ugolini che punta all'equilibrio fra poteri dello Stato e certezza del diritto. Annuncia interventi immediati sulla giustizia: dalla modifica del codice di procedura penale al giusto processo. Chiede un tribunale efficiente, linearità nei giudizi, tempi certi e quantificabili. Infine, nei casi di mancato adempimento dei doveri d'ufficio, guarda a richiami disciplinari. “Si va dall'impunità più al sindacato. Mancano – spiega - interventi intermedi”.

Dalla maggioranza attenzione di nuovo al metodo, al dialogo con categorie e opposizione. “Ci troviamo di fronte ad una fase costituente” – afferma Iro Belluzzi mentre Carlotta Andruccioli di Domani Motus Liberi invita a mettere al centro dell'azione di Governo la tutela dell'individuo. Dalla Dc Pasquale Valentini però mette in guardia: il comma sulle nomine del collegio garante contraddice la volontà fin ora espressa sulla centralità del Consiglio. Quando mai si è riunito – chiede - per parlarne? Intervento apprezzato da Nicola Renzi che ribadisce: “ci si arriva di fretta e senza confronto”. L'attacco dell'opposizione si concentra poi, sulla presenza in Congresso di due Segretari rinviati a giudizio. Il capogruppo di RF ricorda quando, ai tempi del Conto Mazzini, Claudio Felici fu indotto alle dimissioni non essendo ancora indagato. Ora – afferma Michele Muratori – sembra che tutto sia lecito. Matteo Ciacci accusa Rete di incoerenza. Ma per Marianna Bucci c'è una bella differenza fra diffamazione e reati di riciclaggio e associazione a delinquere. E a chi, come Muratori, si sarebbe aspettato – in quanto a curriculum e capacità - Paolo Rondelli al Governo, lo stesso Rondelli difende i colleghi: “Elena Tonnini e Roberto Ciavatta hanno il pieno appoggio di tutta Rete”.


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