“La riforma IGR è un’esigenza reale per non cedere ricchezza ai mercati finanziari ma le ragioni del provvedimento non sono state spiegate abbastanza, e questo ha creato confusione e diffidenza”. Dalla Direzione del Psd un'analisi attenta della Riforma, le sue ragioni, le ricadute, i nodi da sciogliere. Ricorda che San Marino si finanzia sui mercati attraverso i propri titoli di Stato e chi non si adegua agli standard internazionali paga un prezzo in termini di maggiori interessi sul debito pubblico.
Ecco perché questo provvedimento è necessario: per non disperdere risorse che potremmo invece assegnare a scuola, sanità e sviluppo. Necessario, però, non significa iniquo o sbagliato. San Marino resta un Paese a bassa fiscalità, e questo è un tratto distintivo da preservare. Il principio del PSD è semplice: “pagare poco, pagare tutti. Quando tutti contribuiscono, il risultato è fiducia reciproca”. Prima, però, invita a chiudere le falle di spesa pubblica. La Segreteria Affari Interni, su mandato della maggioranza, sta elaborando una proposta di revisione della spesa inefficiente, da inserire già nella prossima Legge di Bilancio. Ma ridurre gli sprechi – aggiunge il partito - non basta.
É lo sviluppo economico la carta decisiva per ridurre il debito e far girare di nuovo il volano della ricchezza. Chiede quindi al Governo di presentare al più presto un'Agenda per la Crescita chiara, misurabile e concreta. A questo punto, resta una domanda: come chiudere il provvedimento IGR? Il nodo più delicato rimane quello del trattamento tra residenti e frontalieri, con industriali e sindacati che chiedono la parità mentre la politica propone un bonus per i residenti, basato sul principio di territorialità. Posizioni, per il Psd, entrambe legittime, ma che faticano a trovare un punto d’incontro.
Del resto la realtà del lavoro è molto cambiata: i frontalieri sono circa 9.000, a fronte di 15.000 lavoratori residenti. Poi, da considerare, il settore manifatturiero, che partecipa al 40% del PIL e dove più di otto nuovi assunti su dieci provengono da oltre confine. Sbilanciamento strutturale che crea nuovi equilibri e anche nuove difficoltà: per la politica, per le organizzazioni sindacali, per le imprese stesse. Il Psd guarda in faccia la realtà: il protrarsi dello scontro ha iniziato a generare tensioni sociali forti. Non più solo tra residenti e frontalieri, ma anche tra dipendenti e autonomi, tra categorie. Da qui l'appello a non cadere nella logica dei fronti contrapposti.
“Se un nemico va individuato, è chi si approfitta del sistema, chi evade o elude”. Invita a proseguire il confronto, nel segno della concertazione onesta e trasparente e chiede una maggiore attenzione al provvedimento IGR, anche per evitare possibili incongruenze con l’acquis comunitario che San Marino si appresta a recepire con l’Accordo di Associazione all’Unione Europea. E avverte: “Uno sciopero oggi non sarebbe una prova di forza, ma un segno di debolezza collettiva. La sfida è trovare un punto di equilibrio. In gioco c'è la coesione sociale.