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IGR: in attesa di tornare al tavolo, i sindacati preparano nuove iniziative

Segnalano anche il raddoppio delle imposte su indennità di mobilità e disoccupazione ed il posticipo dei rimborsi IGR al 31 ottobre dell’anno successivo. Resta aperta anche la partita sul fiscal drag, che diventa “automatico” dal 2028.

di Monica Fabbri
9 ott 2025

All'indomani dell'approvazione in Commissione Finanze della Riforma IGR, i sindacati - forti della massiccia partecipazione ad entrambi gli scioperi - preparano nuove iniziative di protesta e sensibilizzazione. A cominciare da domani, in occasione dell’evento organizzato dall’Associazione San Marino - Italia, che vede tra i relatori anche diversi Parlamentari italiani di maggioranza ed opposizione, con i quali le tre sigle intendono parlare al termine del dibattito. “È importante – scrivono - comprendere che tipo di reazioni politiche scatenerà la riforma IGR, dopo che sul fronte italiano ai lavoratori frontalieri le imposte sono state ridotte attraverso l’innalzamento delle franchigia a 10.000 euro, mentre a San Marino le tasse verrebbero aumentate, con particolare accanimento proprio sui residenti in Italia, vanificando i benefici ottenuti nel Belpaese”.

All’elenco delle rivendicazioni si aggiunge anche il raddoppio delle imposte sulle indennità di mobilità e disoccupazione. Chi perde il posto di lavoro – scrivono le tre sigle - merita ben altra attenzione. Così come contestano il posticipo al 31 ottobre dell’anno successivo dei rimborsi IGR. Resta poi aperta la partita sul fiscal drag: il Governo ha infatti detto sì all’applicazione automatica ma a partire dal 2028. Ciò significa – scrivono i sindacati - che i 10 milioni di euro annui incassati dallo Stato, non applicando la norma in vigore, vengono ritenuti dalla maggioranza come dovuti e incassati, a dispetto di tutto e tutti”.

Ieri il Segretario alle Finanze Gatti ha ricordato che il progetto non è definitivo, che le modifiche concordate saranno tradotte in emendamenti in sede di seconda lettura e che sui nodi ancora da sciogliere ci sarà confronto. Le parti sociali attendono di essere convocate, perché “al momento – dice Enzo Merlini della Csdl – stiamo parlando solo di chiacchiere e vogliamo vedere come le dichiarazioni di buona volontà verranno tradotte in concreto”. “Siamo disponibili al confronto soprattutto per la forza che ci viene dalla piazza – gli fa eco Milena Frulli della Cdls - ma i tempi stringono e vanno attivati i tavoli il prima possibile”, considerando che l'intenzione di Gatti è portare il provvedimento nel Consiglio di ottobre. “Nonostante la maggioranza faccia finta di non capire ciò che è successo – commenta Francesca Busignani di Usl - i lavoratori sammarinesi e frontalieri in ogni caso hanno già vinto, perché hanno dimostrato che la democrazia non si compra al supermercato. Chi non ha realmente capito il peso della piazza e non si siederà realmente al tavolo per fare in modo di arrivare al prossimo Consiglio con norme davvero condivise e strutturalmente cambiate, si ritroverà la forza di quella piazza al momento delle elezioni”.

Intanto, sui contenuti della legge, prende posizione anche Apas. Nel mirino la scelta di eliminare le spese veterinarie dalle deduzioni fiscali: “una decisione ingiusta che colpisce cittadini e animali”, accusa l'Associazione, che segnala l'aumento delle rinunce di proprietà, spesso motivate da situazioni economiche difficili. “Privare i cittadini di un piccolo sostegno fiscale sulle spese veterinarie – avverte - significa rendere ancora più fragile un equilibrio già precario, con conseguenze dirette anche sul numero di animali che finiscono in canile”.





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