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IGR: i sindacati bocciano le proposte e la Csu minaccia la mobilitazione

3 ott 2018
Incontro al BegniIGR: i sindacati bocciano le proposte e la Csu minaccia la mobilitazione
IGR: i sindacati bocciano le proposte e la Csu minaccia la mobilitazione - Usl e Csu chiedono equità fiscale e dicono no all'aumento delle tasse
La Csu boccia su tutta la linea le proposte del Governo e minaccia la mobilitazione generale. Nella riforma IGR “solo interventi spot per fare cassa, che squilibrano ulteriormente il carico fiscale ai danni ancora una volta di lavoratori e pensionati”. Bocciato anche il metodo: inaccettabile – dice - intervenire senza un adeguato dibattito nel paese e “si abbia il coraggio di cambiare la legge con un'altra legge, non con un decreto blindato che frustra ogni tentativo di confronto democratico”. Riguardo ai contenuti, smonta una per una le proposte del Governo, a partire dagli aumenti, “inaccettabili”.

Quanto alla lotta all'evasione passa, per il sindacato, dalla verifica delle incongruità fra patrimoni e redditi dichiarati e dalla certezza della pena. Chiede a tal proposito di abbassare sensibilmente la soglia oltre la quale scatta il reato penale. Pollice verso anche alla cancellazione delle deducibilità e all'uniformazione della quota di abbattimento sui redditi da pensione dei soggetti residenti a quella attualmente prevista per i redditi da lavoro dipendente.

Giudica inoltre indegno l'abbattimento per i lavoratori frontalieri della detrazione del 7% e della no tax area. Per la Csu è la riproposizione pura e semplice della tassa etnica.

Critiche anche dall'Usl sebbene con toni più “morbidi”. Invita a mettere da parte rancori e divisioni e pur condividendo la necessità della messa in sicurezza dei conti pubblici, dice no ad artifici contabili.
“Non abbiamo ancora adeguato la nostra normativa fiscale alle Convenzioni internazionali – scrive - ed ancora stiamo discutendo su ipotesi di aumento delle aliquote mentre nel mondo il modello fiscale di riferimento è quello della flat tax”. Mentre altrove vi è un forte impegno per abbassare le tasse, San Marino si muove in controtendenza e “ciò non giova – dice - all’economia”. “Il rilancio del Paese – scrive l'Usl - non può prescindere da un concreto sostegno innanzitutto alle imprese, che si sostanzia anche attraverso un virtuoso accertamento dei redditi, poiché senza queste non ci può essere occupazione produttiva, rilancio dei consumi, tenuta e miglioramento del welfare”. I sindacati invocano l'equità fiscale con un'unica voce. Richiesta che arriva anche dall'Unione consumatori sammarinesi che guarda poi alla smac card come strumento utilizzabile ovunque, compresi gli uffici statali. Il confronto dunque prosegue.

Venerdì tocca alle associazioni datoriali.

MF

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