Ripresi nel pomeriggio i lavori del Consiglio Grande e Generale, con la prosecuzione dell'analisi articolo per articolo della riforma IGR; e dei relativi emendamenti, concordati in precedenza - da sindacati e fronte governativo - a seguito di settimane di forte contrapposizione. Nella full immersion di ieri superato il giro di boa; giungendo al 34esimo, degli oltre 50 articoli previsti. Oggi si è ripartiti dalle norme relative ai controlli. Uno dei punti nodali della riforma – è stato osservato dai banchi di RF -; sottolineando come vi siano già “tanti strumenti” di verifica. La chiave di volta è l'autonomia dell'amministrazione, è stato rimarcato.
Invocata allora una riflessione sul metodo; auspicando controlli efficaci ma non invasivi. Manca una vera volontà politica di fare funzionare i controlli – ha concordato RETE -; gruppi di lavoro ed enti di monitoraggio producono relazioni che spesso rimangono “lettera morta”, è stato osservato. Nel testo emendato è prevista infatti, fra le altre cose, l'attribuzione ad una Commissione presieduta dal Direttore del Dipartimento Economia e Finanze il compito di pianificare annualmente i controlli. Una politica di controlli efficace contribuirà ad una compiuta valutazione della riforma, ad avviso di Libera; e ciò potrà portare in futuro ad un alleggerimento della pressione fiscale. Nella normativa precedente non erano fissate tempistiche per l'operatività della Commissione, è stato osservato.
Non è vero che la Politica non condivida l'indirizzo di attuare un regime di controlli efficace, si è sottolineato dalle fila di AR; e questo articolo lo dimostra. Anche per il PSD si è registrato un avanzamento sulla questione controlli verso una maggiore equità. Posto anche l'accento sulla necessità di una compiuta rendicontazione della portata degli effetti dell'articolo. Per Motus il Paese avrebbe necessità di rivedere l'infrastruttura informatica dei controlli per incrociare i dati; ma vi sono forti titubanze, è stato osservato. Persi – è stato detto – oltre 4 anni.
Perplessità anche sulla composizione della Commissione; e auspicate riflessioni sul tema della privacy. Poi il Segretario Gatti, che ha rivendicato il passo di lato della Politica, al netto dei compiti di monitoraggio; pur ricordando come possa dare “suggerimenti” alla Commissione. L'articolo 35 è stato infine approvato con 31 voti favorevoli. Da registrare anche l'articolo 37, che rende non più discrezionali, ma obbligatorie, le verifiche nei confronti dei contribuenti che nell'arco di 3 anni abbiano un reddito medio inferiore a 15.000 euro. Un deterrente all'evasione, ha detto il Segretario alle Finanze.
Articolo “foglia di fico”, secondo RETE; una sorta di sostitutivo della minimum tax. Oggi abbiamo 1.557 imprese che dichiarano zero, è stato osservato; è un incentivo – si è aggiunto - a stare almeno sopra la soglia dei 15.000 euro. Sarebbe servito – è stato detto - un parametro legato al fatturato. Motus ha chiesto se l'articolo faccia riferimento anche alle persone fisiche; e se si parli di reddito lordo o netto. Per RF stabilire questa soglia equivarrebbe ad un “segno di resa dello Stato”.
Porre un simile limite dovrebbe essere appannaggio dell'autorità di controllo, secondo Motus; che ravvisa una certa foga di scrivere. Ma non è l'unica modalità di accertamento, si è obiettato dai banchi di Libera; è solo una parte dell'attività spettante all'Ufficio tributario. Considerazioni riprese poi dal Segretario Gatti, in replica; oltre alla precisazione di come il provvedimento riguardi sia le persone fisiche che giuridiche. Articolo approvato poi con 29 voti favorevoli ed 11 contrari. Fra gli articoli all'attenzione dell'Aula anche quelli relativi alle sanzioni.
Procedure più veloci per evitare il contenzioso, qualora il contribuente condivida i rilievi dell'Ufficio Tributario. In questi casi sono previste sanzioni nella misura di ¼ del minimo applicabile senza possibilità di oblazione volontaria; in precedenza era di 1/8. Qualora vi sia invece opposizione al verbale di controllo, e si raggiunga poi un accordo, si passa ad 1/3. Priva di dibattito, in questa fase, l'analisi dell'articolato; con voti contrari, tuttavia, dalle fila delle Opposizioni. Emendato l'articolo relativo alle sanzioni pecuniarie amministrative; richieste da RF e Motus indicazioni di maggiore precisione.
Articolo comunque approvato. Fra i passaggi successivi quello relativo alla già prevista Commissione permanente per il monitoraggio della fiscalità; che alla luce della riforma in fase di approvazione – ha osservato il Segretario Gatti – dovrà riunirsi più volte nel prossimo anno per verificarne l'impatto. Fino ad ora, ha poi ricordato, la Commissione non si è mai riunita; e nessuno ha mai chiesto la sua riunione. Prevista in questo caso la possibilità che a presiederla sia in alternativa al Segretario alle Finanze un suo delegato e stabilito un “link” con l'altra Commissione di cui si era parlato in precedenza. Necessario, per RF, si lanci un messaggio preciso: le tasse vanno pagate.
Non è solo una questione di approccio culturale, manca la volontà politica, ad avviso di RETE. La Commissione dovrebbe dare anche pareri, è stato aggiunto. DML ha insistito sul tema della interoperabilità e sulla necessità di una visione nelle politiche di controllo. Si è passati quindi ad un passaggio chiave della riforma: le modifiche all'elenco degli oneri deducibili; testo emendato. In particolare trasformati in credito d'imposta alcuni oneri deducibili: canone di locazione e spese per protesi.
Ridefinite donazioni e liberalità; tolto – come auspicato anche delle Opposizioni - il requisito della territorialità. Innalzata a 4.000 euro la quota relativa agli oneri per le baby sitter. Modificato l'importo per le tasse scolastiche: portato da 5.000 euro indipendentemente dal numero dei figli, a 4.000 euro per ogni figlio a carico. RETE ha fermamente contestato l'eliminazione della previsione della possibilità di dedurre fino a 250 euro per le spese veterinarie; ricordate le Istanze d'Arengo in questo senso. Secondo RF in Commissione vi è stato un “baratto” fra spese veterinarie da una parte, e latte e pannolini dall'altra; se si vogliono davvero aiutare le famiglie occorre introdurre il quoziente familiare.
Perplessità anche sulla quota riconosciuta per baby sitter; ritenuto un favore alle classi più agiate. Se non si vanno a normare questo tipo di contratti è una presa in giro, è stato osservato dai banchi di Motus. Invocati “aiuti veri” alle famiglie. Dai banchi del PDCS si è osservato come sia già stata convocata una Commissione congiunta per affrontare interventi in materia. Il confronto si è poi spostato sul tema dell'equità.
Ad avviso dell'Indipendente di Opposizione Michela Pelliccioni il confronto con i sindacati ha contribuito a trovare un maggiore equilibrio della riforma; a suo avviso la sede per individuare le politiche a sostegno della famiglia non è l'IGR. Un autogol, però, a suo avviso, la decisione di eliminare la voce spese veterinarie. Ha preso poi la parola il Segretario Gatti, con una riflessione ad ampio spettro sulla riforma: abbiamo una pressione fiscale che a 15.000 euro è l'1,53% e a 80.000 euro è il 15,61%; oltre alle detrazioni che abbassano ancora di più la pressione. Abbiamo cercato di favorire le famiglie numerose. Ha anche chiesto per quanto tempo potrà essere così sostenibile una fiscalità così bassa con gli attuali livelli di welfare.
Ha poi ribadito come sarà importante l'introduzione dell'ICEE. L'articolo emendato è stato infine approvato con 29 favorevoli e 12 contrari. Fra gli articoli successivi quello che introduce in maniera automatica – senza la necessità di utilizzare lo strumento dei decreti – la rivalutazione degli scaglioni di reddito di biennio in biennio rispetto all'aumento del costo della vita. Uno strumento per calmierare gli effetti distorsivi dell'inflazione. Bene il fiscal drag, secondo RETE; ma critiche al fatto che l'applicazione parta non da subito ma dal 2028.
Manifesta la volontà di non applicarlo, è stato detto. Il cosiddetto fiscal drag era già previsto dal 2013, si è osservato dalle fila di RF; è una “presa in giro”. Se una norma c'è si applica; se non va bene si abroga. Articolo approvato. In uno di quelli successivi la modifica alle condizioni di ammortamento e deduzione dei canoni di locazione finanziaria; cambiate anche le aliquote dei beni di proprietà.
Nel successivo dibattito riferimenti all'emergenza abitativa e nuove critiche dai banchi delle Opposizioni, rilevati fenomeni distorsivi. Governo accusato di voler favorire le società immobiliari. In un clima di costante contrapposizione – con una Maggioranza compatta nell'approvare i singoli punti - ci si avvicina alle dichiarazioni di voto. Di fatto nessun dubbio circa il via libera definitivo alla riforma IGR; con ogni probabilità nell'odierna seduta serale. A seguire l'attesa ratifica al decreto sul rinnovo di 50 milioni di titoli del debito interno; e l'approvazione del PdL che regolerà le nuove emissioni.