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Il Consiglio riparte dal PdL su emergenza casa

Esame in seconda lettura. Il comma si è aperto ieri con le relazioni di maggioranza ed opposizione

di Monica Fabbri
17 apr 2025
Consiglio Grande e Generale
Consiglio Grande e Generale

C'è un punto su cui tutta la politica converge: la casa è un diritto. Si divide, invece, sulle soluzioni. Se per Governo e maggioranza il pdl nasce dal lavoro di squadra e dà risposte concrete al problema, per il relatore di opposizione Matteo Casali non tiene adeguatamente conto delle peculiarità del mercato immobiliare locale, rischiando di favorire dinamiche speculative e di penalizzare ulteriormente le fasce più deboli. Tra le misure: garanzia dello Stato sui mutui agevolati per i cittadini tra i 18 e i 45 anni; aumento del prestito agevolato per l'acquisto della prima casa fino a 250.000 euro; incentivi fiscali per chi affitta a canone calmierato e bonus ristrutturazione. Il relatore di maggioranza Paolo Crescentini rimarca poi l'importanza della creazione di una banca dati per monitorare gli immobili ultimati e non concessi in locazione o comodato.

“Pur non essendo la panacea” – riconosce il Segretario al Territorio Matteo Ciacci – rappresenta “un primo passo concreto dopo anni di dichiarazioni”. “Siamo certi che un effetto ci sarà e ne discuteremo tra un anno”, commenta Vladimiro Selva, ma tra le fila dell'opposizione restano perplessità anche sul metodo, “carente nella comunicazione” - dice Miriam Farinelli - e con tempi ristretti che “non hanno permesso i necessari approfondimenti”. La mancanza, poi, di dati oggettivi, “rischia di orientare gli sforzi in maniera disordinata ed inefficace”. Plaude, invece, all'approvazione dell'emendamento che introduce la coabitazione intergenerazionale temporanea.

Per Gaetano Troina si sarebbe potuto fare un vero lavoro di squadra approvando i tre distinti progetti di legge al posto di bocciare quelli della minoranza “prendendo qua e là – dice - ciò che piaceva”. Ricorda infatti come le proposte di DML sull'edilizia sovvenzionata fossero calibrate sul caro vita. Per Giovanni Zonzini di Rete “il pdl è insufficiente”, ritenendo servisse una terapia d'urto per un cambio di passo radicale, specie negli affitti. “Questa norma – commenta - doveva propendere più dalla parte di chi non ha casa mentre tutela grandi proprietari”. Ma per Andrea Ugolini del Pdcs il progetto di legge risponde soprattutto alle fasce più vulnerabili, ai giovani e alle famiglie. E si dice ottimista: un mattone alla volta – afferma - si daranno risposte.

“Quando la politica si occupa di abitare, non si limita a costruire muri: cerca di costruire futuro”, afferma Lorenzo Bugli, che identifica nella casa “il primo mattone della fiducia”, di cui "i nostri giovani – afferma - hanno fame”. E avverte l'Aula: "Oggi stiamo decidendo se essere un Paese per giovani o un Paese per nostalgici". Fabio Righi contesta, però, la filosofia di fondo: si interviene – dice - con la logica dell'incentivo a carico del bilancio dello Stato piuttosto che incrementare il potere d'acquisto delle giovani famiglie. Per Matteo Casali “la politica ha dato un esempio di generica difficoltà nella comprensione dei fenomeni”. Ritiene il provvedimento “inefficace, perché fa leva sulla fiscalità. E non fa leva sulle aliquote, ma sull’imponibile”. Gian Nicola Berti invita il Segretario a non limitarsi a curare i sintomi del problema ma a coglierne la causa: è necessario intervenire sul territorio, attraverso un sistema urbanistico che colga le necessità dei cittadini, ma non come fu fatto nel 1991, con azioni irrispettose dal punto di vista paesaggistico. Sollecitato dalla maggioranza, "è evidente - dice Ciacci - che dopo l'emergenza casa mi impegnerò su pdl che verterà sulla pianificazione territoriale". Si passa quindi all'esame dell'articolato. Sotto la lente tornano quindi le residenze atipiche, concesse – all'articolo 2 – a chi ha un reddito annuo di almeno 120.000 euro e un patrimonio mobiliare nel sistema bancario sammarinese non inferiore ai 300.000 euro. Antonella Mularoni chiede però di non votarlo, discutendone approfonditamente nel comma sul decreto delegato n 26, rimesso all'ordine del giorno, che prevede un reddito di almeno 120mila o 500mila euro di patrimonio. E' quello – secondo RF – il suo ambito, accusando Ciacci di aver voluto piantare una bandierina politica. Il tema, come è ovvio, accende l'Aula. Emanuele Santi fa un paio di conti: tra sportivi e pensionati sono state concesse 256 residenze e circa 2000 appartamenti risultano sfitti; sono stati questi residenti – si chiede – a drogare il mercato creando aspettative in chi affitta? Ricordando che ci sono proprietari che sfrattano anziani che pagano 500 euro al mese per fare entrare un residente atipico al doppio del prezzo. Ciacci difende i nuovi parametri, ricordando che col vecchio Governo bastavano 50.000 euro di reddito per accedervi. La maggioranza si dice convinta che questo intervento ridurrà la domanda e di conseguenza anche l'aspettativa dei proprietari di affittare. Riguardo, invece, al rischio di confusione: "Quando entrerà in vigore la legge sull'emergenza casa - afferma il Segretario - decadrà il decreto sulle residenze atipiche".  











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