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La lezione dell'inchiesta Cis: il Presidente della Commissione invita a non perdere questa occasione

E sul ruolo di Banca Centrale, Giovagnoli: "deve agire in maniera autonoma ma a qualcuno deve rispondere. Intollerabile che vengano prese decisioni contro il bene del paese senza che nessuno possa intervenire"

di Monica Fabbri
27 ott 2020
Inchiesta Cis e anticorpi della politica: il Presidente della Commissione invita a non perdere questa occasione
Inchiesta Cis e anticorpi della politica: il Presidente della Commissione invita a non perdere questa occasione

La vera sfida, ora, sarà trovare l'unanimità al termine di un dibattito che promette scintille. Pochi credono che si arriverà ad un un ordine del giorno che raccolga il sì compatto dell'Aula Consiliare, alle prese con deflagranti rivelazioni, che pongono interrogativi sulla capacità della politica di produrre anticorpi che la mettano al riparo da ingerenze esterne.

Le risultanze della Commissione d'Inchiesta devono insegnare alla politica a non distrarsi –commenta il Presidente Gerardo Giovagnoli. Troppo spesso ha speso tempo a litigare per mantenere posizioni non curandosi di quello che stava accadendo intorno a sé nelle istituzioni e nel sistema bancario e finanziario. “La nostra relazione – continua - mette a disposizione molti spunti su come l'Aula potrebbe prendere le informazioni per cercare di cambiare il quadro normativo e per impostare una cultura di paese che sia diversa da quella che abbiamo visto, in cui è prevalso in tanti settori un atteggiamento di lassismo, di rapporti familiari che diventano più importanti del bene comune, di rapporti tra le istituzioni che vengono compromessi”.

Lecito chiedersi quanto Banca Centrale, che nella relazione ha un ruolo determinante, possa contribuire alla formazione di quegli anticorpi. “ Nel 2016 e 2017 è stata talmente libera da potere agire indisturbatamente” - afferma Giovagnoli. “Banca Centrale deve agire in maniera autonoma ma a qualcuno deve rispondere. Non è tollerabile che vengano prese delle decisioni contro il bene del paese e per fare gli affari di qualcuno senza che nessuno possa agire.

Bisogna cambiare il rapporto fra le istituzioni, e si può fare se si crea un canale fra politica, Bcsm e altri organismi di controllo dello Stato, per esempio Aif e tribunale, che possano dire se c'è qualcosa che non va e intervenire”. Caduto il velo della segretezza, ogni gruppo sta facendo le sue valutazioni. “Ciò che è importante è non perdere questa occasione, vale a dire che lezione apprendiamo dalle disfunzioni evidenziate e come sviluppare di nuovo un sistema bancario e finanziario ridotto ai minimi termini”.

Ora l'attenzione si sposta sulle altre crisi bancarie. L'analisi del Cis definito da Giovagnoli “un caso esemplare”, consente alla commissione di capire quali siano gli elementi da indagare. “Quelli della responsabilità interna alle banche su chi non faceva i controlli, che cosa succedeva in quel momento in Banca Centrale e nella politica. Il Cis ci ha dato un metodo di lavoro”.

Nel video l'intervista a Gerardo Giovagnoli


E sulla relazione della Commissione d'inchiesta interviene anche Rete: dimostra – scrive - ogni passo del piano di Confuorti per prendere possesso del nostro sistema finanziario, di Banca Centrale e del Paese. “Negli ultimi dieci anni – rimarca il movimento in una nota - chi protestava pubblicamente veniva additato come “nemico del Paese”, ricordando di aver denunciato gli intrecci deleteri fra politica, organismi di controllo, finanza e Magistratura, ridicolizzati – scrive - dall'allora Governo di Adesso.sm. Rete si augura che il giudizio politico a seguito del dibattito di giovedì porti alla censura di un copione che, per troppo tempo, molti attori hanno messo in scena. E che, a seguito di quanto emerso, anche il Tribunale possa lavorare serenamente per condannare le condotte di coloro che hanno vessato la Repubblica e i suoi cittadini per i propri interessi personali.


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