Istanze d'Arengo: i cittadini chiedono Centrale Rischi, Redditometro e fondo tutela vittime di truffe

Per la prima volta da alcuni anni a questa parte i cittadini hanno voluto insistere, attraverso l'istituto delle Istanze d'Arengo, su questioni inerenti il sistema bancario e finanziario. Dopotutto il momento è tra i più delicati nella storia del Paese (tra commissariamento di Asset Banca, vicenda Carisp e il pericolo ipotizzato di shock liquidità nei prossimi mesi). Agli istanti preme in particolare la salvaguardia dei risparmiatori oltre che del sistema stesso. Ecco dunque la richiesta di istituire una Centrale Rischi capace di mettere al riparo le entrate bancarie da brutte sorprese. Un passaggio, questo, già contemplato da Banca Centrale ma ancora in attesa di attivazione, e che fa il paio con la revisione degli attivi invece già completata ed ora in fase di elaborazione dei dati. Ulteriore richiesta da parte dei cittadini con apposita istanza d'Arengo: “che vengano adottati sollecitamente i necessari provvedimenti atti a far sì che venga comunicato ai soggetti autorizzati, ovvero le banche, l'elenco dei Grandi Debitori e dei Grandi Rischi” degli istituti. Sistema bancario indirettamente interessato anche da questioni di natura fiscale e contributiva. Una istanza mira all'abolizione del segreto e della riservatezza bancaria, anche interno alla Repubblica, per consentire agli uffici preposti al controllo tributario ed alla magistratura di acquisire o effettuare rilevazioni per stimare le singole capacità reddituali di ogni singolo cittadino. Ciò in ragione dell'incongruenza – spiegano – di alcune dichiarazioni dei redditi rispetto al reale tenore di vita e a fatti relativi a depositi o movimentazioni di denaro e conti correnti aperti solo per evadere il fisco o per il riciclaggio di denaro “sporco” da parte di organizzazioni malavitose. Un'altra riprende il tema della lotta all'evasione puntando invece sull'introduzione del Redditometro sul modello Usa/Italia. Infine, un'ultima istanza chiede l'istituzione di un fondo a garanzia e tutela dei piccoli risparmiatori vittime di truffe o frodi da istituti bancari o finanziari del Paese. Istanza che prende le mosse dal caso SMI: “la specificità della vicenda, con le indagini secretate da parte del tribunale – si legge – ha reso impraticabile, se non impossibile, per i risparmiatori, sino ad ora, la raccolta di informazioni e l'adesione ad iniziative finalizzate ad un probabile recupero delle somme investite”.

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