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Italia. Politica in fibrillazione dopo il declassamento di Standard & Poor’s

20 set 2011
Italia. Politica in fibrillazione dopo il declassamento di Standard & Poor’s
Italia. Politica in fibrillazione dopo il declassamento di Standard & Poor’s
La crescita è debole, il governo è fragile: sono le motivazioni con cui Standard & Poor's declassa il debito pubblico dell'Italia. Ma, mentre il Fondo monetario taglia le stime del Paese, Berlusconi
contrattacca: la colpa del giudizio negativo dell’agenzia di rating è dei media, è frutto di valutazioni “dettate più dai retroscena dei giornali che dalla realtà”. Ma Standard & Poor’s non ci sta. “Le nostre valutazioni sono apolitiche”, replica, mentre per l’Unione europea le misure dell’ultima manovra bastano per il pareggio di bilancio nel 2013. Nel frattempo, a Montecitorio il governo mastica
amaro: viene battuto quattro volte di seguito alla Camera per le assenze nei banchi della maggioranza, e per Fini è “debolissimo”. Il declassamento dell’Italia scatena le opposizioni. Casini lancia un appello al Pdl : “faccia dimettere Berlusconi o per l'Italia c'e' lo spettro della Grecia”, dice il leader dell’Udc assicurando che il suo partito “non sarà la crocerossina del governo”. Il Pd parla di “emergenza totale”, con Bersani a dire che “non c’è più tempo per leggi ad personam e il governo deve andarsene”. Per Di Pietro si deve tornare al voto. E preoccupatissima è anche Confindustria. “Il governo vari riforme serie o vada a casa”, tuona la presidente Marcegaglia. Mentre i pm di Napoli che indagano sul presunto ricatto al premier continuano a chiedere di interrogare Berlusconi, il governo corre in qualche modo ai ripari. Per giovedì, quando la Camera deciderà a voto segreto sull’arresto dell’ex braccio destro di Tremonti, Milanese, potrebbe tenersi un Consiglio dei ministri per varare misure per la crescita economica.

Da Roma Francesco Bongarrà

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