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Italia-San Marino: una questione di armi

23 mag 2009
Facile che la questione diventi esplosiva: un po’ perché si parla di armi, un po’ perchè il terremoto Carisp e successivi strascichi politici e diplomatici hanno sensibilizzato il complesso equilibrio dei rapporti tra Italia e San Marino. Regolato, in materia di acquisto di armi, dalla Convenzione del 39, che annulla la necessità del permesso di importazione per un cliente di nazionalità italiana. Ma non sempre è così ed alcune armerie hanno lamentato il fatto che qualche questura italiana non terrebbe conto della Convenzione, arrivando a non accettare la denuncia dell’arma stessa.
La precisazione del Segretario agli Esteri Antonella Mularoni arrivata puntuale e laconica: “Episodi di questo tipo si sono effettivamente verificati - chiarisce - ma finora le magistrature ci hanno sempre dato ragione”. Ed è vero. L’episodio più recente è avvenuto a Pescara, ha visto coinvolto un appassionato d’armi che aveva comparato a San Marino una pistola Sti Spartan e dopo avere effettuato regolare denuncia si è visto sequestrare l’arma dai carabinieri, con l’accusa di avere violato la legge sull’importazione di armi, la 895 del 67. Per avere giustizia, il malcapitato e la Convenzione del 39 hanno dovuto aspettare la sentenza del giudice.
Il 7 aprile scorso la Sezione Unica Penale del Tribunale di Pescara ha dissequestrato l’arma, ed ha posto un ulteriore punto fermo sulla pretesa di considerare l’acquisto di armi a San Marino come una importazione.

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