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Al lavoro sulla candidatura di S. Marino nel Consiglio di Sicurezza ONU

24 set 2008
Al lavoro sulla candidatura di S. Marino nel Consiglio di Sicurezza ONU
Il discorso di fronte all’Assemblea Generale di giovedì sarà, certo, il momento più prestigioso della trasferta newyorkese per il Segretario di Stato Stolfi. Ma la vera politica estera si fa lontano dai riflettori, in incontri più o meno informali negli uffici del Palazzo di Vetro. E’ qui che si tessono alleanze, che si rinsaldano legami politici. Come quelli in corso tra San Marino e Filippine. Stolfi si è intrattenuto a colloquio con il presidente Gloria Macapagal Arrojo. Entrambi si sono ritrovati d’accordo sulla necessità di rafforzare i rapporti all’interno degli organismi multilaterali. Si è discusso così della candidatura filippina alla Corte Internazionale di Giustizia e di quella sammarinese al Consiglio di Sicurezza per il biennio 2021/2022. Per il Titano sarebbe un’occasione storica per entrare nel ristrettissimo gruppo di chi conta davvero a livello internazionale. Progetto sul quale si lavora forte ma senza clamore.
San Marino chiede reciprocità nell’appoggiare i progetti di altri Paesi. Do ut des. Questo il copione anche nell’incontro con il ministro agli Esteri turco Alì Babacan. Come San Marino pure la Turchia ambisce ad un seggio nell’organo con maggiori poteri dell’ONU. La candidatura è per il 2009.
Si è poi discusso di un accordo contro le doppie imposizioni e di misure per favorire gli scambi commerciali.
Giornata intensa quella di martedì per Stolfi, aperta con il colloquio con il Ministro agli Esteri italiano Frattini e proseguita con l’incontro con il Segretario Generale del Consiglio d’Europa. Terry Davis ha chiesto a San Marino la ratifica di 3 convenzioni – in materia di lotta al terrorismo e traffico di esseri umani – già firmate dal Titano. Stolfi ha assicurato che sarà fatto al più presto. Tra gli argomenti sul tavolo anche la crisi nel Caucaso. “Russia e Georgia – ha detto Davis – hanno entrambe violato i propri impegni con il Consiglio d’Europa; un comportamento che non può non avere conseguenze”. Di questo, del resto, si parlerà in una riunione dei ministri agli Affari Esteri del Consiglio d’Europa.

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